IL BENE non fa notizia (MA C’È)
Le storie dei piccoli eroi senza storia raccontate da Giangiacomo Schiavi
Le buone notizie sono in genere figlie di un dio minore. Sono storie che passano in secondo piano, o come scrive Giangiacomo Schiavi in «Meno male» (Sperling & Kuper), «fino a ieri non erano notizie. Erano brevi di cronaca. Stampa minore. Odoravano di vecchio. Giornalismo secondario. Senza offesa: da oratorio. Al massimo un po’ di spazio nelle lettere per ringraziare un ospedale o un medico che ha fatto il suo dovere». A quelle buone notizie, l’editorialista ed ex vicedirettore del Corriere ha dato voce e spazio, riportando le «storie di piccoli eroi che trasformano il mondo» come recita il sottotitolo del libro. Con prefazione di Susanna Tamaro, che punta il dito verso una società che ha ucciso il buonsenso e verso genitori che crescono i figli educandoli a essere predatori, «Meno male» sembra una favola: è a lieto fine e ha per protagonisti persone normali, che ogni giorno combattono una battaglia di civiltà. Sono storie di generosità, di chi si prende cura dell’altro. Storie di sognatori e di chi «fa miracoli» per dare un futuro. Storie di coraggio, di rinascita, di periferia. Schiavi le ha scovate e raccontate, perché «oggi essere normali è diventato eroico. È una notizia. Una buona notizia», scrive. E si fanno leggere d’un fiato. C’è l’angelo invisibile che trova una casa in affitto per chi non ce l’ha. C’è l’imprenditore che apre il ristorante dove si cena con un euro. Il medico in pensione che regala il suo tempo ai pazienti del reparto di oncologia pediatrica. Il marito che assiste la moglie in stato vegetativo, per un amore che non ha età. Silvia, che è restata in alta Valtrebbia a fare la contadina, per difendere il suo paradiso. C’è la scuola dei cani lettori come pet therapy per bimbi con problemi di apprendimento. Ci sono gli interventi di Ermanno Olmi e Nando Pagnoncelli, che riportiamo. Se la società fatica a sognare, in questo libro ci sono i sognatori capaci di volare oltre gli stereotipi, di inventare il futuro per sé e gli altri, di dire grazie.
❞ L’Italia è piena di eroi sconosciuti: c’è una normalità che non ha storia, perché nessuno la racconta. Essere normali è diventato quasi eroico. É una notizia. Una buona notizia