TURISMO FAI DA TE
Che la Val Vertova sia una perla delle Orobie è risaputo. E nessuno troverà da ridire sul fatto che un’amministrazione comunale lungimirante abbia deciso di tutelarla, chiudendo l’accesso alle auto e offrendo un servizio sostitutivo di navette. Purtroppo la complessità non è un’invenzione dei sociologi e domenica scorsa ha sparigliato le carte al Comune. Ad attendere gli ottocento amanti della natura affluiti per goderne i salutari benefici c’erano solo due minibus da venti posti. Con il risultato che ai turisti, compresi 140 bambini, è toccato sorbirsi anche due ore di coda sotto il sole cocente prima di salire nella verde oasi della Valle Seriana. I nobili propositi e la buona volontà sono apprezzabili, ma dimenticare di coniugarli con la realtà, che nel mondo in cui viviamo sono i grandi numeri, può produrre solo inefficienza e disagi. Quello che è accaduto domenica prova una volta di più che il turismo compatibile non si improvvisa. Per non farsi cogliere impreparati occorrono analisi preventive dei flussi, studi dell’orografia e della logistica, valutazione delle risorse disponibili in rapporto a quelle necessarie, fasi di sperimentazione. Il problema va ben oltre Vertova: investe l’intero comparto turistico, che si trova a fare i conti con flussi senza precedenti, che assediano centri storici o eccellenze ambientali. Se il divieto si traduce solo in disagio c’è il rischio di incoraggiare forme di spazientito qualunquismo proprio in chi, nella scelta della meta, aveva manifestato un’apprezzabile sensibilità ambientale.