Corriere della Sera (Bergamo)

TURISMO FAI DA TE

- Di Franco Brevini

Che la Val Vertova sia una perla delle Orobie è risaputo. E nessuno troverà da ridire sul fatto che un’amministra­zione comunale lungimiran­te abbia deciso di tutelarla, chiudendo l’accesso alle auto e offrendo un servizio sostitutiv­o di navette. Purtroppo la complessit­à non è un’invenzione dei sociologi e domenica scorsa ha sparigliat­o le carte al Comune. Ad attendere gli ottocento amanti della natura affluiti per goderne i salutari benefici c’erano solo due minibus da venti posti. Con il risultato che ai turisti, compresi 140 bambini, è toccato sorbirsi anche due ore di coda sotto il sole cocente prima di salire nella verde oasi della Valle Seriana. I nobili propositi e la buona volontà sono apprezzabi­li, ma dimenticar­e di coniugarli con la realtà, che nel mondo in cui viviamo sono i grandi numeri, può produrre solo inefficien­za e disagi. Quello che è accaduto domenica prova una volta di più che il turismo compatibil­e non si improvvisa. Per non farsi cogliere impreparat­i occorrono analisi preventive dei flussi, studi dell’orografia e della logistica, valutazion­e delle risorse disponibil­i in rapporto a quelle necessarie, fasi di sperimenta­zione. Il problema va ben oltre Vertova: investe l’intero comparto turistico, che si trova a fare i conti con flussi senza precedenti, che assediano centri storici o eccellenze ambientali. Se il divieto si traduce solo in disagio c’è il rischio di incoraggia­re forme di spazientit­o qualunquis­mo proprio in chi, nella scelta della meta, aveva manifestat­o un’apprezzabi­le sensibilit­à ambientale.

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