Corriere della Sera (Bergamo)

I pompieri di Bergamo nella tragedia di Genova «Un disastro mai visto»

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«Sono sotto le macerie: i pompieri di Bergamo stanno tutti lavorando sotto le macerie». Il capoturno dei vigili del fuoco di Bergamo fa giusto un minuto di pausa per rispondere al telefono: insieme ad altri colleghi sta dando il suo contributo nelle opere di soccorso dell’inferno di Genova, dove il crollo di un ponte ha seppellito decine di automobili­sti. Meno di un’ora dopo il cedimento della struttura è arrivata la richiesta di intervento al comando provincial­e di via Codussi. Il primo a partire alle 12.45 è stato un mezzo Usar (cioè «Urban search and rescue»), dotato del personale addestrato nella «ricerca e soccorso in ambiente urbano» nei casi in cui sono coinvolte persone seppellite sotto le macerie. Si tratta di esperti sanitari e strutturis­ti, e specializz­ati in «estrazione vittime». Poco dopo sono partiti altri tre mezzi con a bordo ufficiali e altro personale specializz­ato. Infine, nel tardo pomeriggio, un altro ufficiale con un mezzo dotato di luci fotoelettr­iche per illuminare l’area dell’intervento nella notte. In tutto sono quindi scesi a Genova quindici uomini e cinque mezzi. «In tanti anni che faccio questo mestiere non ho mai visto un disastro simile — racconta il vigile del fuoco —. La nostra squadra ha appena estratto dalle macerie una famiglia con due bambini. È vero che siamo presi dalla frenesia del lavoro e non si fa nemmeno in tempo a pensare, ma cose del genere sono tragedie anche per noi, perché ti restano dentro».

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