Bimbi non vaccinati, altolà di Gori
Lettera del sindaco alle famiglie e ai dirigenti scolastici: chi non è in regola non entra in classe
Nessuna proroga: i bimbi che non risulteranno in regola con il calendario delle vaccinazioni obbligatorie non potranno entrare negli asili nido del Comune di Bergamo. È l’avvertimento della lettera firmata dal sindaco Giorgio Gori e dall’assessore all’Istruzione Loredana Poli: arriverà via email alle famiglie degli scolari. Visto che la ratifica della Camera all’emendamento promosso dal governo arriverà ad anno educativo già iniziato, l’interpretazione di Palafrizzoni è continuare ad applicare la legge Lorenzin.
Oltre il chiasso delle baruffe partitiche, impera ancora la legge Lorenzin. E alla prima campanella dell’anno scolastico i piccoli che non sono in regola con le vaccinazioni resteranno fuori dagli asili nido del Comune di Bergamo. Stavolta niente deroghe: porte chiuse. Lo scrivono a chiare lettere il sindaco Giorgio Gori e l’assessore all’Istruzione Loredana Poli in una mail che verrà spedita entro martedì ai genitori dei bimbi 540 iscritti. L’amministrazione l’ha inoltrata ai presidi, per cercare di raggiungere anche gli alunni delle materne.
I dati del 2017 fotografavano una quota di trasgressori esigua: lo 0,7%, cioè 4 su 515 iscritti ai nidi, che poi si sono messi in regola in fretta. Dopo il caso della mamma bresciana che ha falsificato la dichiarazione sostitutiva (smascherata dai social), l’Ats sta riesaminando i fascicoli. Non sono ancora noti i numeri di quest’anno, ma la missiva testimonia che il fenomeno potrebbe ripresentarsi. Così l’amministrazione condensa in una pagina chiarimenti
contro «confusioni e incertezze nelle famiglie». Primo: è ancora sulla carta l’emendamento al decreto Milleproroghe sulla «flessibilità», varato solo dal Senato. La ratifica della Camera avverrà dopo l’inizio dell’anno educativo. Quindi Palafrizzoni si avvale di una circolare diramata da un tandem di ministeri (Salute e Istruzione) per conservare il regime che il governo legastellato vorrebbe ritoccare. «Le scuole e i servizi per l’infanzia
hanno trasmesso all’Ats di Bergamo gli elenchi degli iscritti all'anno scolastico 2018-2019 per la verifica con l’Anagrafe vaccinale — informa il messaggio firmato dal sindaco —, eliminando così la richiesta della documentazione sanitaria a carico delle famiglie: i genitori dei bambini e delle bambine che non risultano in regola con gli obblighi vaccinali saranno contattati nelle prossime settimane perché regolarizzino la loro posizione». Poi, tutto in maiuscolo: «Aver effettuato tutte le vaccinazioni obbligatorie in relazione al calendario vaccinale è condizione necessaria per poter accedere alle strutture educative». Tradotto: l’Ats scandaglia la lista e gli scolari non a norma, finché non rimediano, non possono entrare in classe.
L’assessore Poli lo conferma. «Quest’estate abbiamo sentito di tutto — dice —. Ci sono delle regole e vanno rispettate. Volevamo spiegare che non c’è nessuna guerra, l’obiettivo è far star bene i piccoli. Senza cercare colpevoli, anche se siamo contrari alle modifiche». Non a caso, nel testo è citata la lettera di 40 scienziate al Ministero della Salute, in difesa dell’immunità di gregge per tutelare chi non può vaccinarsi. «Nei servizi all’infanzia ricadono pure gli spazi gioco — avverte l’assessore —. Sarebbe un problema se i bimbi immunodepressi si sentissero dire di stare a casa perché non siamo in grado di tutelarli».
Evasione minima Nel 2017, i piccoli non in regola nei nidi furono solo 4 su 515 Poi hanno rimediato