Corriere della Sera (Bergamo)

Il dualismo tra i portieri e un reparto che manca di ricambi di qualità (in attesa di Varnier)

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Senza il grave infortunio al crociato di Marco Varnier ( foto), che terrà fuori gioco l’ex Cittadella fino a febbraio, molto probabilme­nte il mercato atalantino sarebbe stato da dieci. Perché la difesa è il reparto più debole. Non per qualità, anzi, ma per quantità. Oltre i tre titolari — Toloi, Palomino, Masiello — di sicuro affidament­o, le riserve, al momento, non sembrano essere ancora all’altezza di chi dovrebbero sostituire in caso di necessità. Mancini, che partiva nelle gerarchie davanti all’argentino, ha perso colpi, lasciando il posto in prima fila a Palomino. Forse pesa l’etichetta di erede di Caldara che gli hanno affibbiato da un anno; o, forse, il percorso di maturazion­e si sta rivelando più lento di quello del gigante di Scanzorosc­iate. Djimsiti è un ripiego, come dimostrano i due prestiti consecutiv­i del recente passato, all’Avellino in Serie B e al Benevento e l’essere stato chiamato in ritiro solo in seguito al brutto guaio accorso a Varnier. Capitolo portieri. Il tormentone, dopo un accenno nella scorsa stagione, in questa è destinato ad aumentare d’intensità. Perché sia Berisha che Gollini partono quasi alla pari, con l’albanese leggerment­e in vantaggio sull’italiano. Una situazione maldigerit­a da Gasperini che avrebbe voluto un solo titolare, concedendo i gradi di secondo a Francesco Rossi che considera anch’egli affidabile. Perché il pericolo, secondo l’allenatore, è che entrambi possano non sopportare la pressione e bruciarsi. La gestione degli estremi difensori sarà una delle più delicate per il Gasp, ma l’allenatore ha dimostrato di saper gestire problemati­che ben più estese.

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