Corriere della Sera (Bergamo)

Milano, officina di talenti

Arriva da qui la maggior parte degli artisti in corsa per il Premio Cairo 2018 Dai lombardi Berra e Brambilla alle straniere Sophie Ko e Iva Lulashi

- Francesca Bonazzoli

Non sarà un’estate senza pensieri quella che trascorrer­anno i venti giovani artisti selezionat­i per partecipar­e al prossimo Premio Cairo. Per il 15 ottobre, giorno della proclamazi­one del vincitore e dell’inaugurazi­one della mostra a Palazzo Reale, ognuno di loro dovrà infatti presentare un lavoro inedito, e se è vero che l’ispirazion­e può scattare anche contemplan­do oziosament­e l’acqua del mare, per passare dall’idea alla sua realizzazi­one occorrono invece tante ore in studio per prove, tentativi e ripensamen­ti. Il dilettanti­smo e l’improvvisa­zione non sono ammessi, tanto meno oggi che il mercato, alla perenne ricerca del nuovo, spinge a bruciare in fretta soprattutt­o i giovani talenti.

Nato nel 2000, con gli anni il Premio Cairo si è affermato fra le più ambite competizio­ni in Italia nel settore degli under 40 e molti dei nomi usciti vincitori dalle precedenti edizioni hanno effettivam­ente mantenuto le promesse: fino al 2017, dei 345 partecipan­ti ben 41 sono infatti stati successiva­mente invitati alle Biennali di Venezia.

Anche nell’edizione 2018 la pattuglia dei selezionat­i più folta risulta quella attiva a Milano, città tornata fra le preferite dai creativi (dopo il successo incontrato da Torino, e nonostante il caro vita) per la vivacità della scena espositiva e collezioni­stica. L’elenco comprende Thomas Berra, classe 1986, nativo di Desio,

ma con studio a Tangeri, in Marocco, e a Milano dove si è diplomato all’Accademia di Brera. Dopo gli esordi con una pittura figurativa influenzat­a dal graffitism­o e dalle ricerche degli anni Ottanta, si è ora dedicato a soggetti vegetali, paesaggi composti da grandi foglie dai colori accesi. Dai banchi di Brera dove ha studiato pittura viene anche Paolo Brambilla, classe 1990, nativo di Lecco; le sue sperimenta­zioni si sono però allargate ai video e all’utilizzo di materiali molto diversi per comporre grandi installazi­oni.

Hanno scelto il capoluogo lombardo anche Alessandro

Calabrese che si è trasferito da Trento dove è nato nel 1983; Carlo Miele, classe 1989, che divide la residenza meneghina con la natìa Napoli; e Isabella Nazzarri, classe 1987 giunta da Livorno.

Milano è molto ambita anche dagli studenti stranieri di Belle Arti, attratti soprattutt­o dall’Accademia di Brera: i due approdati alla selezione del Premio Cairo sono Sophie Ko, che arriva da Tbilisi, capitale della Georgia; e Iva Lulashi, nata a Tirana nel 1988, sulle tracce del grande successo riscosso dagli artisti albanesi attraverso il trampolino di lancio delle gallerie milanesi

e delle Biennali. Percorso inverso, invece, per Oscar Giaconia che, nato a Milano nel 1978, ha preferito trasferirs­i a lavorare nelle colline meno caotiche di Bergamo.

Le opere della prossima XIX edizione saranno in mostra a Palazzo Reale dal 15 al 20 ottobre con ingresso libero. Al vincitore, che verrà proclamato il giorno dell’inaugurazi­one, andranno 25 mila euro più un articolo dedicato e la copertina del numero di dicembre del mensile «Arte» (Cario editore) diretto da Michele Bonuomo.

 ??  ?? In concorso Da sinistra: Paolo Brambilla, «I Wanna Be Where the People Are»; Thomas Berra, un’opera da «Verde Indagine»
In concorso Da sinistra: Paolo Brambilla, «I Wanna Be Where the People Are»; Thomas Berra, un’opera da «Verde Indagine»
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