I quadri di Caravaggio prendono vita con Bach e Vivaldi
La critica ha da sempre sottolineato il senso teatrale di Michelangelo Merisi: nelle sue tele Caravaggio riesce a fissare e rendere eterni movimenti, azioni, gesti, a trasformare la storia sacra in storia quotidiana, carnale, addirittura popolana. A 19 di queste storie, dall’«Adorazione dei pastori» al «Bacio di Giuda», dalla «Negazione di Pietro» alla «Madonna dei pellegrini» (cui si aggiunge il «Canestro di frutta») si ispirano gli attori di Teatri 35, odierni protagonisti dei «Notturni in Castello» con la Milano Chamber Orchestra diretta da Marco Seco (stasera, Cortile delle Armi, piazza Castello, ore 15-5, ore 21, tel. 345.42.20.303). Seguendo una prassi che era già in voga nel ‘700 e che ebbe la sua massima fortuna durante il secolo successivo, diciannove capolavori del Caravaggio diventano veri e propri «Tableaux vivants». Le scene vive immaginate dal Merisi tornano in vita grazie ad attori che, facendo il percorso inverso, ricreano sul palco le storie sintetizzate dal pittore in una sola immagine. Non vengono ricostruiti gli scenari, a evocare gli ambienti in cui vivono le figure caravaggesche sono pochi oggetti, giochi di luce e soprattutto la musica: Marco Seco attinge dal repertorio rinascimentale e barocco, divagando tra Monteverdi e Merula, le cui note avrebbero potuto essere ascoltate dallo stesso Caravaggio e dai suoi personaggi, Vivaldi e Bach, Händel e Albinoni.