Stucchi nel Borgo e i nodi della Lega
Un vento nannimorettiano pervade la Lega. Arriva Matteo Salvini in provincia: vado? non vado? vado ma resto in disparte? o faccio la coda per il selfie d’ordinanza? Giacomo Stucchi ha risolto la questione (tutto meno che uno scherzo per chi è in carriera) evitando la folla di Pontida nella serata del 16 agosto. Era invece alla cena di Borgo Santa Caterina, l’ex senatore, e ci si è buttato anima e corpo: selfie con politici cittadini, saluto istituzionale al microfono e strette di mano tra i tavoli (400 posti) lungo la via. «Una serata speciale», scrive Stucchi su Facebook. Una serata che somiglia a quella di un candidato sindaco, o aspirante tale.
Il nome di Stucchi è nell’urna delle possibili soluzioni per il centrodestra cittadino. Non si procederà per sorteggio, chiaramente, come forse non dispiacerebbe a Beppe Grillo: piuttosto si tratta di sistemare un pezzo alla volta. Prima di arrivare a individuare un candidato per Palazzo Frizzoni, la Lega (con gli alleati, in alcuni passaggi) dovrà trovare una soluzione per la segreteria provinciale e per l’assetto di presidenza e maggioranza della Provincia di Bergamo: una serie di cerchi da quadrare, per poi pensare alla città. La partita per la segreteria si gioca tra due squadre e, al di là del momento di grande consenso per il partito, è tutt’altro che amichevole. Il segretario uscente Daniele Belotti, con gli altri parlamentari Simona Pergreffi e Alberto Ribolla, da una parte. Dall’altra il consigliere regionale Giovanni Malanchini, il deputato Cristian Invernizzi e, appunto, Stucchi. Paolo Grimoldi, numero uno della Lega Lombarda, è già intervenuto cercando di ricreare un clima più disteso, in vista del congresso, evitando di fissare una data precisa finché non ci sarà un accordo. Il nome capace di placare le tensioni ci sarebbe anche ed è quello di Gianfranco Masper, ex sindaco di Treviolo e capogruppo in Provincia.
Dietro il nervosismo interno c’è soprattutto la questione di via Tasso. Non è un caso che proprio Malanchini, insieme a Grimoldi, abbia firmato nelle vesti di responsabile enti locali il comunicato col quale la Lega Lombarda dice no a ogni ipotesi di accordo comprendente il Pd. Il messaggio è che un’alleanza, anche per la presidenza della Provincia di Bergamo, si può fare solo con Forza Italia. Siccome però i rapporti con gli azzurri, di quello che negli ultimi anni è stato il gruppo dirigente (Belotti in testa), non sono stati facili, l’ipotesi di un accordo tanto ampio da prevedere anche i democratici si stava sotterraneamente facendo strada. Discorso finito prima di cominciare.
A questo punto la palla ripassa a Forza Italia: gli azzurri vogliono la presidenza della Provincia (Fabio Ferla è il nome più forte), ci possono arrivare con la Lega ma forse anche col Pd. Il punto è che le scelte sulla Provincia incideranno sugli assetti per la città. La Lega dovrebbe cedere via Tasso agli azzurri per essere certa di avere l’appoggio a Palazzo Frizzoni a un proprio candidato. Poi però un nome non è facile da trovare. C’è Stucchi, appunto, che non fa pretattica sulle proprie intenzioni. L’ex presidente del Copasir non gode della simpatia di Salvini — la cosa continua a sembrare reciproca — e questo è sicuramente un ostacolo serio. D’altra parte, ha dalla sua uno sponsor che potrebbe aiutarlo più di ogni compagno di partito: Franco Tentorio, attento a non immischiarsi nelle vicende leghiste, ha però più volte e in più sedi chiarito di essere pronto a dare una mano a Stucchi, se fosse lui il candidato di un centrodestra unito. E, in fondo,
Segreteria e alleanza Masper può andare alla guida del partito, i rapporti con FI restano complicati
il calcolo per Salvini non dovrebbe essere molto complicato: se Stucchi vincesse a Bergamo, vincerebbe la Lega; se la Lega venisse battuta da Giorgio Gori, a essere battuto sarebbe prima di tutti Stucchi.