LA SCRITTA CANCELLATA
Hanno di nuovo danneggiato la scritta di Pontida. Stavolta «Padroni a casa nostra» è stato quasi completamente coperto da una mano di vernice bianca. I leghisti si sono legittimamente incazzati: non è il primo assalto con la vernice che subiscono. Peraltro, un giovanotto colto sul fatto in una di queste occasioni non è nemmeno stato mandato a processo, su richiesta del pm, per la «tenuità» della trasgressione. Viene però da chiedersi quale sia lo status «giuridico» della famosa scritta. Se si tratta di una libera manifestazione del pensiero espressa su una proprietà privata dove porterebbe un precedente del genere? Chiunque potrebbe comunicare al passante sul proprio muro di cinta le sue opinioni in merito a qualsiasi tematica, con un risultato che, per il decoro urbano, è facile — e inquietante — immaginare… Se si tratta invece di un graffito urbano come un altro, tipo «Forza Inter» o «Fiorellino TVB, non mi lasciare», è un po’ inevitabile esporsi al rischio che un milanista o il rivale in amore di turno deturpino la scritta stessa pro domo eorum. Ma c’è un’altra possibilità: ci troviamo di fronte a un caso di street art, per quanto non ancora riconosciuto. La famosa scritta, ascrivibile a un Banksy padano, si porrebbe allora come esempio di un’arte popolare e anonima, in perfetta linea con il celebre artista inglese. Il sobrio tratto, l’umiltà dei materiali, la chiarezza di intenti andrebbero allora tutelati e protetti da chi di dovere. Anche se poi c’è sempre qualcuno che si divertirà a mettere i baffi alla Gioconda.