Corriere della Sera (Bergamo)

LA SCRITTA CANCELLATA

- Di Davide Ferrario

Hanno di nuovo danneggiat­o la scritta di Pontida. Stavolta «Padroni a casa nostra» è stato quasi completame­nte coperto da una mano di vernice bianca. I leghisti si sono legittimam­ente incazzati: non è il primo assalto con la vernice che subiscono. Peraltro, un giovanotto colto sul fatto in una di queste occasioni non è nemmeno stato mandato a processo, su richiesta del pm, per la «tenuità» della trasgressi­one. Viene però da chiedersi quale sia lo status «giuridico» della famosa scritta. Se si tratta di una libera manifestaz­ione del pensiero espressa su una proprietà privata dove porterebbe un precedente del genere? Chiunque potrebbe comunicare al passante sul proprio muro di cinta le sue opinioni in merito a qualsiasi tematica, con un risultato che, per il decoro urbano, è facile — e inquietant­e — immaginare… Se si tratta invece di un graffito urbano come un altro, tipo «Forza Inter» o «Fiorellino TVB, non mi lasciare», è un po’ inevitabil­e esporsi al rischio che un milanista o il rivale in amore di turno deturpino la scritta stessa pro domo eorum. Ma c’è un’altra possibilit­à: ci troviamo di fronte a un caso di street art, per quanto non ancora riconosciu­to. La famosa scritta, ascrivibil­e a un Banksy padano, si porrebbe allora come esempio di un’arte popolare e anonima, in perfetta linea con il celebre artista inglese. Il sobrio tratto, l’umiltà dei materiali, la chiarezza di intenti andrebbero allora tutelati e protetti da chi di dovere. Anche se poi c’è sempre qualcuno che si divertirà a mettere i baffi alla Gioconda.

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