Corriere della Sera (Bergamo)

Veloci di testa

I danesi sono una squadra abile nelle ripartenze e intelligen­te Il talento di Fischer e i gol di N’Doye

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Difesa, ripartenze e 4-4-2. Tre parole per spiegare il Copenaghen, squadra che domani l’Atalanta affronterà nei playoff di Europa League. Stale Solbakken, ex centrocamp­ista della nazionale danese e ora allenatore, proverà a reggere l’urto con gli attaccanti nerazzurri, per poi provare ad affidarsi alla velocità dei suoi esterni, con Viktor Fischer su tutti.

L’ex talentino dell’Ajax, esploso in Eredivisie a 20 anni con dieci reti da esterno offensivo, è il vero e proprio jolly nella manica degli scandinavi, quello che ha il compito di scardinare le difese avversarie con un dribbling. Trasferito nel 2016 al Middlesbro­ugh neopromoss­o in Premier League, ha fallito l’impatto con il campionato inglese — un po’ come Cornelius con il Cardiff City, anni fa — ma anche con la Bundesliga, perché con il Magonza, un anno fa, non riuscì a dimostrare di valere i soldi spesi, ritornando a casa base. L’uomo copertina rimane lui, dotato di maggior talento.

Poi c’è Damien N’Doye, centravant­i senegalese, anni trentatré: dopo un giro per l’Europa, tra Turchia, Inghilterr­a, Grecia e Russia, è ritornato dove è sbocciato, con un impatto devastante. È stato l’eroe della doppia sfida con il Cska Sofia con i suoi due gol al ritorno. Lui, in Premier League, non aveva affatto fallito con l’Hull City, segnando cinque reti in quindici partite, senza però riuscire a salvare i Tigers.

Che partita andrà ad affrontare, quindi, il club di Gasperini? Sicurament­e avrà il pallino del gioco in mano, dovendo però stare molto attento ai possibili contropied­i. Perché, come tutte le squadre scandinave (basti pensare allo spareggio per il Mondiale SveziaItal­ia) la fisicità è la miglior caratteris­tica, giocando un calcio scolastico, senza voli pindarici, ma efficace. E in effetti il Copenaghen è una squadra molto intelligen­te, quasi tutti i rilanci si basano sulla bravura a smistare di N’Doye e sulla velocità di Kenan Kodro: nato a San Sebastian, in Spagna, è figlio di Meho, attaccante bosniaco anni ‘90, una leggenda della Real Sociedad (per un periodo anche a Barcellona). Meno bravo del padre, almeno finora, Kodro può essere considerat­o come un sorvegliat­o speciale. Probabile che il Copenaghen scelga di prendere meno rischi possibili, per poi giocarsi le proprie carte in casa, di fronte a uno stadio caldo e in attesa della sfida con- tro l’Atalanta.

E i punti deboli? Uno su tutti il portiere, Jesse Joronen, l’erede di Robin Olsen, acquistato dalla Roma nell’ultimo mercato estivo per 11,5 milioni di euro. Arrivato a luglio, ha preso il posto dell’infinito Stephan Anderson — classe 1981 — ma finora non ha brillato, concedendo due gol, contro il Cska Sofia, decisament­e evitabili. La retroguard­ia inoltre è abbastanza macchinosa, nonostante l’arrivo del greco Papagianno­poulos. Gli addii di Federico Santander e di Eric Johansson hanno comunque tolto delle certezze che, almeno in attacco, sono state colmate. Complessiv­amente l’Atalanta sarebbe superiore ai danesi. Ma il condiziona­le, in sfide da dentro e fuori, è d’obbligo.

Punti deboli Difesa non troppo solida e in porta, dopo la partenza di Olse, qualche errore

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Leader Damien N’Doye, 33 anni, è tornato al Copenaghen dopo aver giocato in diversi campionati, anche in Premier. Doppietta per lui nella gara di ritorno dei preliminar­i di Europa League con il Cska di Sofia
 ??  ?? La grinta L’allenatore del Copenaghen è l’ex centrocamp­ista Stale Solbakken
La grinta L’allenatore del Copenaghen è l’ex centrocamp­ista Stale Solbakken

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