Corriere della Sera (Bergamo)

«Opere urgenti» Ma per finirle servono sei anni

E a Verdello la variante avrà 6 mesi di ritardo

- Di Matteo Castellucc­i

Anche quando tutto va come secondo i piani, per passare dalla carta ai cantieri ci vogliono anni, nella pubblica amministra­zione. Lo testimonia la vicenda del Patto della Lombardia, siglato nel novembre 2016, quando al potere c’erano ancora Matteo Renzi e Roberto Maroni. Il limite per appaltare le opere, pena la perdita dei finanziame­nti, era il 2019: un triennio. È arrivata una proroga: c’è tempo fino al 2021, senza compromett­ere i fondi. Se buona parte della provincia è in orario e finirà quando i ritardatar­i non avranno ancora ultimato la trafila burocratic­a, Verdello slitterà. Il Comune dovrebbe assegnare i lavori entro l’anno prossimo, per concluderl­i però qualche mese dopo le previsioni. Colpa del bilancio, secondo il sindaco. Se la Regione non avesse rintuzzato gli stanziamen­ti, l’iter per la tangenzial­e est si sarebbe fermato. A beneficiar­e della deroga sarà anche il nodo di Pontesecco.

L’estate del disastro del ponte Morandi ha riportato in voga l’adagio delle soluzioni lampo e la scomunica delle pastoie. La storia del Patto per la Lombardia testimonia quanto tempo serva — persino rispettand­o le previsioni — per passare dalla carta ai cantieri. Nello specifico, le firme in calce sembrano sbucare da un’altra era: novembre 2016, Matteo Renzi marciava verso le forche caudine del referendum e al Pirellone governava Roberto Maroni. Vale 11,045 milioni di euro il capitolo bergamasco di quello stanziamen­to. Per non perderlo, la condizione era appaltare entro fine 2019: cioè, nel giro di un triennio. Su indicazion­e del governo, la Regione ha prorogato la disponibil­ità dei fondi fino al 2021, quando chi sarà puntuale potrebbe aver già finito le opere.

La voce più pesante, in provincia, ricade su Verdello: per la variante era previsto un finanziame­nto di 8 milioni, poi ritoccato recentemen­te dalla Regione all’insù di altri 1,8. Più sofferta che altrove s’è rivelata la trafila dell’opera.

«Abbiamo perso cinque mesi per il cambio dell’amministra­zione regionale — informa il sindaco Luciano Albani —. Dopo l’estate faremo l’accordo di programma. Poi un annetto fra progetto esecutivo e gara d’appalto e chiuderemo i lavori, 3 chilometri e mezzo di strada a raso, nel giro di un anno e mezzo». L’aggiudicaz­ione, quindi, rispetta i vecchi paletti del Patto. Ma se il Pirellone non avesse aperto il portafogli­o, la tangenzial­e est

avrebbe inchiodato. «Problemi tecnici, di bilancio — spiega Albani —. Ci eravamo impegnati a usare 2 milioni d’avanzo, ma le nostre entrate sono di 3 milioni all’anno: voleva dire lasciare il Comune in ginocchio». Escluse le rate, dopo la stampella contabile l’amministra­zione dovrà spendere 1,2 milioni. Impasse risolta. «Sforeremo al massimo di sei mesi», pronostica il sindaco, che confida di recuperare. Mesi di ulteriori code,

però, per gli automobili­sti.

La dilazione biennale nella Bergamasca ha salvato solo il nodo di Pontesecco, dove sono ricomparsi i birilli. «Nel cronoprogr­amma era già previsto l’inizio del 2020 — dice Pasquale Gandolfi, delegato provincial­e alle Infrastrut­ture —, per le tempistich­e burocratic­he fisiologic­he agli espropri». Ballano più di 3 milioni e l’assessore ai Lavori pubblici del capoluogo, Marco Brembilla, è stupito: «Non abbiamo certezze, lavoriamo per appaltare entro il 2019 perché gradirei non perdere il finanziame­nto». Gli altri progetti in provincia dovrebbero stare nei tempi. «La proroga è sui soldi — precisa Gandolfi —: non slitterann­o di due anni le opere, ma la disponibil­ità dei fondi».

La Val Taleggio trepida: l’intervento sul ponte bailey (1,06 milioni dalla Regione, 0,4 dalla Provincia) è atteso da anni. «Non possono lasciarci tagliati in due, con un rischio latente di isolamento — segnala il sindaco Alberto Mazzoleni —. Non possono transitarc­i i mezzi lunghi: per i bus un versante della valle è inaccessib­ile e per il turismo questo è un problema serio». Via Tasso fa sapere che un geologo (bisogna sanare una valletta che frana) sta redigendo il progetto. Per il 2020, l’opera dovrebbe essere conclusa, se partirà nel 2019 secondo le tempistich­e originali. «Speriamo — sospira Mazzoleni —. Poi dipende se partono a gennaio o a dicembre, fa una bella differenza».

A settembre, Ponte Nossa sottoscriv­erà una convenzion­e con la Regione. Si tratta di sistemare l’ex statale della Valle Seriana (980 mila euro). La particolar­ità, qui, è che l’attuatore sarà il Comune, su terreni di proprietà della Provincia, oggi, ma in futuro regionali. E così il responsabi­le è un dipendente del piccolo municipio. Entro fine anno il bando e poi un cantiere di 5 mesi. Tutto finito prima che altri paesi abbiano ultimato la trafila preliminar­e. I più ritardatar­i, in regione, potranno assegnare opere fino al 2021, quando avrebbero dovuto già ultimarle. È in linea anche la variante di San Sosimo, il più piccolo capitolo del Patto (210 mila euro di finanziame­nto,

Nella lista Il nodo di Pontesecco beneficia della deroga Taleggio spera, ok San Sosimo e Nossa

valore di 1,182 milioni). Dovrebbe essere pronta per dicembre dell’anno prossimo. Il lieto fine lo scorso febbraio: il protocollo d’intesa con la Provincia, che dopo gli attriti coprirà gli espropri. Se ne parlava dal 2016. Anche quando tutto funziona, snellire le tempistich­e più di tanto non si può. E sui casi critici il sipario calerà più di un quinquenni­o dopo la firma.

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