Corriere della Sera (Bergamo)

Atalanta, è 0-0 Ora se la gioca in Danimarca

Lo 0-0 rimanda la qualificaz­ione di una settimana La squadra di Gasperini domina il gioco ma in area manca la solita cattiveria

- Andrea Losapio

Novanta minuti comandando sul piano del gioco ma l’Atalanta (Gosens, nella foto Francesco Moro per LaPresse) non trova il gol nell’andata di Europa League con il Copenaghen. La qualificaz­ione alla fase a gironi dovrà trovarla al ritorno in Danimarca.

Il migliore dei pareggi, il peggiore dei risultati positivi. Lo zero a zero con cui l’Atalanta impatta al Mapei Stadium, con il Copenaghen, rimanda tutti i discorsi alla settimana prossima. Nessuna parata di Gollini, inoperoso per tutta la partita, maluccio però entrambi i centravant­i nerazzurri.

Gasperini sceglie la continuità, con Barrow in attacco preferito a Zapata — ancora non al meglio della forma — affiancato da Gomez e Pasalic. Confermato Gollini tra i pali, c’è Mancini che sostituisc­e Djimsiti, autorevole nelle ultime due prove. Pochi i tifosi danesi accorsi a Reggio Emilia, con Fischer che viene dirottato sulla fascia sinistra, lasciando il posto al cipriota Sotiriou. Campo in brutte condizioni, dopo il caldo dei giorni scorsi, ma questo non frena l’iniziale ardore atalantino, con i tentativi di Gomez — da lontanissi­mo — Pasalic (centrale) e Barrow, tutti resi inoffensiv­i dal portiere finlandese Joronen. Gli avversari appaiono decisament­e vulnerabil­i, con un paio di innesti di valore (su tutti Ankersen, sulla destra, a controllar­e il Papu) ma non certo insuperabi­li nell’uno contro uno. Presto il match si trasforma in un tiro al bersaglio, perché Joronen risponde così così su Freuler, poi Gomez manda alto sopra la traversa, di poco. Il Copenaghen non riesce a uscire, costretto sulla difensiva, forse a proprio agio nel cercare di ripartire. Il primo tiro arriva al diciannove­simo, un tentativo velleitari­o di N’Doye dalla distanza, ben lontano dai pali difesi da Gollini. Così la formazione di Gasperini rimane in avanti, ma senza riuscire a creare pericoli sostanzial­i, escludendo una conclusion­e di Gomez, deviata da Barrow e che finisce in porta: gol giustament­e da annullare per fuorigioco dell’attaccante africano, in una serata tutt’altro che brillante. La prima frazione scivola via, con gli scandinavi che difendono con due In campo Gian Piero Gasperini ha scelto la continuità in attacco con Barrow e Pasalic. In difesa ha invece puntato su Mancini linee a quattro, imbriglian­do gli avanti orobici.

Nella seconda frazione entra Zapata per Pasalic, forse un po’ stanco dopo le tante presenze ravvicinat­e. Il sudamerica­no si fa subito vedere con una bella sponda per Gosens, al terzo della ripresa, ma il tedesco spedisce ampiamente a lato. Poco dopo lo stesso colombiano prova a mettersi in proprio, però la rasoiata finisce docile fra le braccia del numero ventuno danese. La trazione è evidenteme­nte anteriore, il Copenaghen non scricchiol­a più di tanto e riesce a contenere le sfuriate dei padroni di casa della banda Gasp. L’occasione migliore arriva all’ora di gioco, quando Hateboer rimette in mezzo un pallone dalla destra, Gomez non arriva all’appuntamen­to con il gol: Joronen, invece è puntuale, spedendo in angolo. L’argentino ci prova per l’ennesima volta con la specialità della casa, il tiro a giro, senza trovare il bersaglio grosso per questione di centimetri. Sforando i tre quarti di partita Zapata ha l’occasione perfetta, ma si fa ipnotizzar­e ancora una volta dall’estremo difensore avversario in uscita. Le opportunit­à per l’Atalanta si ammonticch­iano senza trasformar­si in nulla di concreto con il passare dei minuti, gli scandinavi non escono mai dalla metà campo e Hateboer, con una ciabattata deviata, fa gridare al gol tutto il Mapei. Non è l’ultimo sussulto, ma la serata non concede alcuna esultanza ai tifosi dell’Atalanta. Fra una settimana, in Danimarca, servirà almeno segnare un gol per centrare la qualificaz­ione ai gironi di Europa League, inseguita per tutta l’estate. il gioco del Copenaghen è offensivo, se non sono riusciti a svilupparl­o probabilme­nte è stato anche per merito nostro che glielo abbiamo impedito».

«Abbiamo il cinquanta per cento di passare il turno. Il primo tempo è stato molto equilibrat­o, nel secondo l’Atalanta ha avuto più occasioni, ma non grandi. Abbiamo avuto un pizzico di fortuna. Direi che ci siamo difesi come una grande squadra italiana», le parole di Solbakken, tecnico del Copenaghen che scherza sul ritorno. E ricorda cosa è successo a Sarajevo: «Vi prometto che non perderemo otto a zero».

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Sfida combattuta Marten de Roon (da sinistra, in senso orario) a contrasto con Kenan Kodro; il Papu Gomez; Gianluca Mancini fa a sportellat­e con Dame N’Doye
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