Il cane da soccorso e il boccone killer
Buddy, golden retriever degli Alpini di Fiorano, muore avvelenato sulla Maresana
Alla fine di un sentiero della Maresana, tra Torre Boldone e Ranica, un boccone avvelenato ha spezzato la vita di Buddy. La padrona, Alessandra Dalla Betta, l’ha portato subito dal veterinario, ma non c’è stato nulla da fare. Insieme, avevano affrontato 400 ore di addestramento con le Unità cinofile da soccorso degli Alpini di Fiorano al Serio, perché il cane, un golden retriever, potesse salvare vite.
Un cane da soccorso avvelenato: è la sorte toccata a Buddy, golden retriever di due anni morto mercoledì. Faceva parte delle Unità cinofile da soccorso degli Alpini di Fiorano al Serio.
La proprietaria, Alessandra Dalla Betta, 49 anni, abita a Torre Boldone. Mercoledì, alle 6.30, insieme al compagno Marco Celeri, ha portato a passeggio Buddy sul sentiero della Maresana, tra Torre Boldone e Ranica, che a un certo punto si biforca per dirigersi in località Fienile o a San Rocco. «Lo sto ripercorrendo ora — dice al telefono —, per cercare se ci sono altri bocconi avvelenati». Nell’ultimo tratto, Buddy ha dato segni di malessere, aveva la bava alla bocca. «Abbiamo chiamato il figlio del mio compagno — racconta Dalla Betta —, che è In montagna Buddy, il golden retriever di due anni morto avvelenato. Nella foto a fianco, è con la sua padrona, Alessandra Dalla Betta, 49 anni, di Torre Boldone venuto a prenderci in macchina. Lo abbiamo portato dal veterinario, ma non c’è stato nulla da fare. Buddy è morto in un’ora». La donna spiega che al cane è stata fatta l’autopsia dall’Istituto Zooprofilattico di Bergamo: «È emerso che ha ingerito un filo ritorto annodato a residui di grasso e una sostanza nerastra, di origine sintetica. Alcuni campioni sono stati inviati all’Istituto di Brescia per capire di che sostanza si tratti. Avremo i referti tra due settimane».
Buddy, che in inglese significa «amico, compagno», era con lei da quando era cucciolo. Aveva superato l’esame attitudinale propedeutico e l’esame operativo, dimostrando di saper recuperare due persone disperse in quattro ettari di bosco in 20 minuti. «Aveva svolto 400 ore di addestramento —, spiega il coordinatore nazionale delle Unità cinofile da soccorso dell’Ana, Giovanni Martinelli —. Stava iniziando l’iter per diventare un cane da macerie». Poi un’aggiunta amara: «Da quando è nata l’associazione, nel 1986, è la prima volta che perdiamo un cane in questo modo, per la stupidità umana o per la cattiveria di qualche bipede». Negli anni scorsi, a
❞ Buddy stava diventando un cane da macerie Giovanni Martinelli Coordinatore nazionale Unità cinofile soccorso dell’Ana
Torre Boldone, si sono verificati diversi casi di avvelenamento di cani. «Ma quei vecchi episodi — ricorda il sindaco Claudio Sessa — si erano verificati in una zona più centrale».
Sulla pagina Facebook del Nucleo Cinofilo da Soccorso Argo Bergamo, il post sulla morte di Buddy ha scatenato commenti di solidarietà al cane e alla sua padrona e di sdegno per l’avvelenamento. «Non condivido i messaggi di violenza — dice Dalla Betta —: credo portino solo altra rabbia. Chi lascia quei bocconi avvelenati dovrebbe confrontarsi con i padroni dei cani, fare valere le proprie ragioni in maniera civile, e non commettere questi gesti vigliacchi».