Corriere della Sera (Bergamo)

Tra super panchina e nuove alleanze per la caccia ai talenti

La qualità della rosa (e della preparazio­ne) in mostra a Roma L’impatto di Rigoni, che può trasformar­si in un jolly letale, e il morale alle stelle in vista della sfida decisiva di Copenaghen

- Matteo Magri @matteomagr­i

Gasperini ha fatto di necessità virtù. Trovandone molte, di virtù. Otto, per l’esattezza. Il numero di seconde linee che ha schierato contro la Roma e che hanno risposto positivame­nte alla chiamata alle armi dell’allenatore nerazzurro.

Alzi la mano chi, alla lettura della formazione dell’Olimpico, sperava in un risultato positivo. Considerat­o la formazione, l’avversaria e il giocare in trasferta. Non che fosse l’obiettivo primario, considerat­o il Copenaghen all’orizzonte; lo scopo principale era rimediare una bella figura tenendo i muscoli dei titolari al riparo in panchina. Alla faccia delle bella figura, perché l’Atalanta non solo è passata in vantaggio per 3-1, ma lo ha fatto dominando e surclassan­do fisicament­e gli avversari. Mandando in tilt Di Francesco che si è dovuto sfogare sferrando un pugno alla panchina (rimediando la frattura del metacarpo, si è operato ieri). E nella ripresa, quando ha scelto di difendersi — anche perché il serbatoio della benzina a un certo punto segnava riserva —, non ha saputo gestire il risultato, non ha saputo, insomma, ribellarsi al proprio Dna che la vuole capace di contenere solamente attaccando. Oltre alla conferma di questo paradosso, la gara contro la Roma ha messo in evidenza una rosa che, nella sua totalità, è in grado di fornire certe garanzie. Soprattutt­o i nuovi, come Valzania, Pessina e Djimsiti, hanno dato l’impression­e di «esserci».

La sfida dell’altra sera ha inoltre messo in evidenza Rigoni, uno che era all’esordio in Serie A e che ha giocato come se, in Italia, ci stesse da dieci anni. Tecnica, leggerezza delle giocate e l’impression­e di essersi già integrato negli schemi gasperinia­ni. Almeno da attaccante esterno, ma la sensazione è che anche altrove possa sentirsi a suo agio. Gli manca un po’ di condizione, come a Pasalic e Zapata d’altronde, ma quando sarà al top, sui visi dei tifosi atalantini nasceranno altri sorrisi. Senza considerar­e che all’appello manca ancora Ilicic.

Insomma, quando Gasperini (foto a sinistra) avrà dalla trequarti in su tutti gli effettivi a disposizio­ne, il potenziale dei nerazzurri sarà enorme. E sarà da capire come farà l’allenatore a gestire l’abbondanza, con la premessa che è sempre meglio scegliere che essere costretti a scegliere per mancanza di alternativ­e.

Il risultato della Roma proietta l’Atalanta a 4 punti e proietta il Gasp alla sua seconda miglior partenza di sempre in campionato, perché solamente in un’occasione (con il Genoa nel 2009) era stato capace di vincere in entrambe le prime due giornate (3-2 alla Roma e 0-1 a Bergamo con l’Atalanta). Il mister di Bogliasco, infatti, è un turbodiese­l ed è nel mese di agosto (e dicembre) che storicamen­te detiene la media punti più bassa della stagione (1,28 a partita), trovando l’apice al tramonto della stagione, da aprile a giugno.

Contro il Copenaghen domani sera, nella sfida valida per il ritorno di playoff di Europa League, l’Atalanta si presenta con il morale alle stelle, conscia che servirà un altro match gagliardo, lo stesso sfoderato a Roma. Lo stesso, in fondo, sfoderato all’andata. Magari prendendo esempio l’Olimpico per la precisione sotto porta.

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