Corriere della Sera (Bergamo)

GRAN RISERVE

- Di Cristiano Gatti

Ci sono vari modi di leggere certe imprese, a me il più singolare è capitato nell’intervallo girellando tra siti Internet. Quello della Gazzetta così commentava i primi 45’: «La Roma non aveva mai subito 16 tiri in porta in un primo tempo di serie A dal 2004». Un dettaglio, ma spiega alla perfezione quanta e quale Atalanta si sia messa a ruggire dopo il gol iniziale di Pastore. In definitiva ricorderem­o come proprio questa sberla immediata abbia scatenato l’inferno dentro l’Olimpico. Per la verità, a quel punto molti di noi sono partiti subito malmostosi contro Gasperini: e va bene che giovedì ci giochiamo l’ingresso in Europa League, ma affrontare la Roma a casa sua con l’Atalanta B è sinceramen­te troppo. Via con i sermoni sugli allenatori che falsano il campionato, che fanno gli ipocriti alla vigilia al grido onoreremo comunque l’impegno, che demotivano la squadra scegliendo subito di perdere. Su Gasperini, su chi se no. Eppure si dà il caso che proprio stavolta, proprio nella maniera più spudorata, il Gaspismo ci abbia dato la lezione più sublime della sua etica e della sua estetica: giocano le riserve, ragazzini come Valzania e Pessina, nuovi nuovissimi come Rigoni e Adnan, tutto un kit di prove e di azzardi stravagant­i, ma alla fine è nuovamente capolavoro. Sì, al netto del rammarico, questo 3-3 è persino il più capolavoro di tutti. Perché ridurre la Roma così, a casa sua, significa che l’Atalanta non è solo una bella squadra. È anche una cantina stellare: in catalogo, solo gran riserve.

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