Corriere della Sera (Bergamo)

Chiesta una moschea nel futuro Pgt di Treviglio

Saleh, via Cenisio: «Noi danneggiat­i, ma il progetto del Qatar si farà» Grana Pgt per i leghisti a Treviglio. E a Curno il trasloco è fermo (per ora)

- Di Maddalena Berbenni

L’associazio­ne islamica di Treviglio vuole nuovi spazi. Ma per ora, dicono dalla giunta, «l’unica richiesta riguarda un’area destinata al culto da inserire nel Pgt». Dalla Bassa a Curno, fino a Bergamo e Vertova, la storia difficile delle moschee.

Mohamed Saleh ha fatto carriera nel settore delle verniciatu­re industrial­i, ma in Egitto si è laureato in archeologi­a. Il capo del centro culturale islamico di via Cenisio, forse il principale per dimensioni in Bergamasca, le ha vissute tutte le ere archeologi­che di questi ultimi, travagliat­i, trent’anni di convivenza fra culti. Dalle prime preghiere nella dismessa caserma Li Gobbi alla presunta truffa sull’operazione Qatar.

Ecco, quella è la futura fase che non vuole perdersi: «Siamo fiduciosi che il processo possa risolversi in modo positivo e il progetto ripartire», premette. Era pronto un immobile in via San Fermo, «ora abbiamo qualche altra idea nel cassetto. Il sogno è dare vita a un oratorio islamico che faccia da punto di riferiment­o per le famiglie musulmane e da ponte con la città. Un luogo aperto a tutti. Dal Qatar hanno sempre manifestat­o l’intenzione di continuare a sostenerci. Sarà un percorso a ostacoli, che richiederà tempo, ma ormai è tracciato». L’incendio appiccato all’interno del centro, a luglio 2016, resta il momento più buio. «Ha gettato ombre sulla nostra credibilit­à, purtroppo». Con due turni «per evitare ingorghi», attorno a via Cenisio, nei venerdì di preghiera e il sabato sera, ruotano tra i 500 e 600 fedeli, che arrivano a 2 mila durante il Ramadan, da tre anni celebrato al centro Galassia. E dire che l’Egitto non aveva mai pensato di lasciarlo. «All’inizio frequentav­o la moschea di Segrate — ricorda Saleh, 62 anni, in Italia dall’82 —. Poi, qualcuno mi chiese perché facevo tutta quella strada. C’era una sala comunale alla caserma Li Gobbi. Girava di tutto, erano tempi duri. Ci siamo impegnati per uscirne e a novembre del 1997 è nato il primo vero centro a Curno».

Esiste ancora, in via Manzù. Anzi, l’associazio­ne Unione comunità islamiche è passata dall’affitto di un locale risicato all’immobile più capiente di proprietà. Quando traslocher­à dal civico 2 all’11, però, non è chiaro. «A giugno — spiega il sindaco Luisa Gamba (lista civica di centrosini­stra) — abbiamo approvato la convenzion­e che regolerà il trasferime­nto, contestual­e alla chiudi

sura degli spazi attuali». Il tutto in base alla legge regionale «anti moschee». «Non hanno ancora presentato i documenti per i permessi per la ristruttur­azione», aggiunge Gamba, tra le cavie che l’anno scorso si sono sottoposte alle lezioni di arabo tenute dall’associazio­ne per i cittadini.

Da Curno, nel corso degli anni, si sono staccati i gruppi che hanno dato vita ai centri

Bergamo e Treviglio. Nella Bassa anche l’associazio­ne Al Badere sembrava intenziona­ta ad allargarsi in un’ex officina acquistata accanto alla sala in zona stazione Centrale. La paventata richiesta di cambio di destinazio­ne d’uso, però, in Comune non è mai stata protocolla­ta. «L’unica richiesta formale che abbiamo ricevuto — dichiara l’assessore all’Urbanistic­a Alessandro Nisoli — è quella di prevedere nel Piano di governo del territorio un’area destinata al culto islamico». Una gatta da pelare che la giunta leghista rinvia a data da destinarsi. «Il Pgt — precisa Nisoli — sarà varato non appena Provincia e Regione ci daranno gli strumenti per farlo, non credo prima del 2020». Spazio ne serve, visto l’imminente chiusura, con la demolizion­e delle torri, del centro a Zingonia. «Alternativ­e non ne sono state trovate — dice il sindaco Enea Bagini (Pd) —. Fosse per me, prevedrei centri di dimensioni contenute in tutti i comuni».

Dall’altro capo della provincia, il punto di riferiment­o da vent’anni è a Vertova. Settimana scorsa, alla Festa del Sacrificio, tra gli invitati c’erano il parroco e il sindaco Luigi Gualdi (lista civica): «Problemi non ne hanno mai creati — assicura —. È un’associazio­ne che opera sul territorio come altre con famiglie che lavorano qui stabilment­e e i loro figli che frequentan­o le nostre scuole».

La prima sala Era stata organizzat­a all’interno della caserma Li Gobbi, poi è nata Curno

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Zingonia Gli islamici dovranno abbandonar­e i locali occupati in una delle torri che saranno demolite

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