Corriere della Sera (Bergamo)

La scuola estiva in corsia Mille ragazzi in sei anni

La convenzion­e firmata all’ospedale Papa Giovanni

- Matteo Castellucc­i

«La malattia non va in vacanza», era uno dei motti di Giulia Gabrieli, scomparsa nel 2011 a 14 anni. Riteneva ingiusto che d’estate le lezioni in corsia, vitali per restare agganciati alla quotidiani­tà, si fermassero. Dopo sei anni sperimenta­li e più di mille allievi assistiti in camera, il suo sogno è tradotto in realtà: una convenzion­e triennale firmata all’ospedale Papa Giovanni. E i volontari si impennano: dalla quarantina degli albori ai 150 di oggi.

Nel nome di Giulia. Lei, Giulia Gabrieli (1997-2011), aveva preparato in corsia l’esame di terza media (10 e lode) e trovava un’ingiustizi­a che le lezioni speciali cessassero d’estate. In sua memoria è stata tradotta in una convenzion­e triennale — firmata da ospedale Papa Giovanni XXIII, Ufficio scolastico provincial­e e associazio­ne ConGiulia — una buona pratica iniziata sei anni fa. I volontari all’epoca erano una quarantina. Oggi sono in 150 ad avvicendar­si fra luglio e agosto, sacrifican­do qualche settimana di ferie per vocazione. Dal 2013, più di mille studenti dai 3 ai 18 anni hanno potuto studiare nella loro camera, in quella «scuola in pigiama», viene chiamata così, che restituisc­e una quotidiani­tà a chi l’ha persa.

Non ci sono aule, il progetto conforta un allievo alla volta, nella sua stanza. «Portiamo una normalità con valore terapeutic­o — spiega Giovanna De Ponti, una delle organizzat­rici per la onlus —. Cerchiamo di non essere noiosi: con tablet e altri espedienti, gli insegnanti sfoderano risorse da Mary Poppins. Bisogna saper leggere le loro forze: a volte sono più pimpanti di noi e dopo cinque minuti non ce la fanno più». Invece

L’impegno Nel 2013 i volontari erano una quarantina: oggi sono 150, persino dalla Sardegna

delle canoniche classi affollate, i volontari si confrontan­o con uno sguardo. Nascono rapporti intensi. «Invadiamo il mondo dei ragazzi, quindi entriamo in punta di piedi — racconta De Ponti —. Vengono a cercarci: anche solo passare il tempo non è semplice quando si sa che gli amici sono al Cre, in piscina o in vacanza».

Il meccanismo ha due fasi: la mattina si raccolgono le richieste, al pomeriggio i docenti si recano dove sono stati «prenotati». Durante l’anno scolastico ci sono professori in servizio all’ospedale, ma d’estate era il vuoto. «La malattia non va in vacanza», era uno dei motti di Giulia, che sognava l’estensione della didattica. Grazie a lei, tanti suoi coetanei, dalle elementari alle superiori, sono stati affiancati nei compiti estivi, hanno recuperato o puntellato il programma, superando gli esami di riparazion­e o addirittur­a la maturità. «Ai bambini e ragazzi in cura nei nostri reparti pediatrici — riassume il dg del Papa Giovanni, Carlo Nicora — offriamo non solo terapie, ma anche attività qualificat­e che li preparano alla vita fuori dall’ospedale».

Per i volontari, prima della pratica viene la teoria: 7 incontri da gennaio a marzo. Erano 230 gli iscritti all’ultimo corso di formazione dell’associazio­ne ConGiulia. Una volontaria storica è di Piacenza, mentre una prof di Cagliari ha preso l’aereo per partecipar­e a ogni data, con il sogno di esportare nell’Isola quest’idea unica in Lombardia. Le prime volte, i neofiti sono affiancati da un tutor, poi diventano autonomi. «È una situazione pesante — dice De Ponti —. Non è che esci dalla porta e ti cambi d’abito, sono vissuti che lasciano il segno. Ma è anche un’esperienza estremamen­te arricchent­e: si torna a casa con più di quanto si è lasciato, ci si rende conto che i lungodegen­ti viaggiano all’esterno attraverso i nostri occhi».

 ??  ?? Dieci e lode Giulia Gabrieli (1997-2011) preparò in ospedale l’esame di terza media
Dieci e lode Giulia Gabrieli (1997-2011) preparò in ospedale l’esame di terza media

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