Corriere della Sera (Bergamo)

Quella sala per gli altri culti all’ospedale Papa Giovanni

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Due tappeti e il Corano. Mentre la politica si arrovella in infiniti dibattiti, più o meno accesi a seconda del clima da campagna elettorale o da normale amministra­zione, all’ospedale Papa Giovanni esiste da anni una sala multi culto, uno spazio dedicato a tutte le religioni. Era un’idea già prevista nel progetto originario della Trucca insieme a una cappella per i cattolici delle stesse dimensioni. Quest’ultima non è stata realizzata, perché in corso d’opera è stata sostituita dalla chiesa con il famoso Cristo con il volto del capo ultrà Claudio Galimberti dell’artista Andrea Mastrovito. La sala multi culto è a pianoterra, verso il lato del Cup principale, nella zona della Radiologia. È una stanza modesta, ma frequentat­a, soprattutt­o dagli islamici. Qualcuno ci ha steso un paio di tappeti e ha lasciato l’indispensa­bile per la preghiera. Non è stata allestita subito. Dall’inaugurazi­one dell’ospedale, a dicembre 2012, sono trascorsi alcuni mesi. In quel periodo i dipendenti ricordano i tappeti stesi nei corridoi agli orari della preghiera. Come quello del padre di Jihan. È la bambina marocchina che a settembre 2013 rischiò la vita in un terribile incidente in A4. Si salvò grazie al coraggio di un camionista che mise di traverso il suo tir sulle corsie, in modo da fare da schermo. Allora Jihan aveva 8 anni. Il papà Abdelhamid Haddach, operaio in un mobilifici­o della provincia di Treviso, si accovaccia­va sul pavimento con il volto rivolto alla Mecca ogni volta che poteva. I medici non avrebbero scommesso in un lieto fine, lui era certo che la figlia ce l’avrebbe fatta. «Io l’ho guardata bene, sono sicuro che si salverà, Inshallah», mormorava fuori dalla Terapia intensiva. Così è stato. Quanto alla chiesa, di fronte all’ingresso principale, è stata inaugurata a giugno 2014 e voluta dal Comitato per l’Ospedale Giovanni XXIII di Bergamo, costituito nel 2007 da Regione, Comune e Provincia di Bergamo, diocesi e azienda ospedalier­a, realizzata dagli architetti Aymeric Zublena, Pippo e Ferdinando Traversi. Un piccolo gioiello di arte contempora­nea costato oltre 4 milioni di euro, di cui 2 milioni messi a disposizio­ne dalla Fondazione Banca Popolare di Bergamo. Tra le opere custodite, un giardino, richiamo all’Eden, di Stefano Arienti, la Via Crucis di Ferrario Frères e la Passione di Andrea Mastrovito, che ha raffigurat­o il Cristo con il volto del «Bocia». (mad.ber.)

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Lo spazio Alcuni tappeti disposti nella sala multi culto

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