Archi in quota al rifugio Coca Pianoforte al Curò
I Sentieri al penultimo appuntamento: Begnis e Lorenzi al rifugio Coca
Musica e teatro ad alta quota. Per palcoscenico i rifugi, per scenografia, le Orobie. Il mese di settembre porta con sé gli ultimi scampoli d’estate, che invoglia a incamminarsi ancora per i sentieri con zaino in spalla e voglia di raggiungere la vetta. Se poi, all’arrivo, oltre al panorama spettacolare, si ascolta un concerto, il beneficio è doppio. Per il festival «I sentieri della musica», alla seconda edizione, organizzato dal Comune di Valbondione e Turismo Valbondione in collaborazione con diverse realtà locali, oggi alle 11, al rifugio Mario Merelli al Coca, a quota 1.892 metri, si potranno ascoltare Ettore Begnis al violino e Marco Lorenzi alla viola, esecutori di un repertorio che spazia dalle musiche barocche di Marin Marais, Andrea Falconieri e Tomaso Albinoni sino a William Croft, Morris, le danze rumene di Bartok, senza tralasciare la musica più popolare dei Beatles.
A chiudere la seconda edizione della manifestazione che unisce l’amore per la musica e la montagna, l’appuntamento di domenica 23. Al Rifugio Curò, a 1.915 metri d’altitudine, alle 11 il talentuoso pianista Leonardo Locatelli interpreterà brani classici legati al tema dell’acqua, da Beethoven a Debussy, da Chopin a Rossini. Entrambi i concerti
sono a ingresso gratuito. Per maggiori informazioni è possibile contattare l’Ufficio Turistico Valbondione allo 034644665, scrivere una mail a info@turismovalbondione.it o consultare il sito www.turismovalbondione.it.
Sabato 8, al rifugio Balicco di Mezzoldo, spazio al teatro. Alle 14 andrà di scena «Terra
matta», a cura dell’attore Stefano Panzeri. Primo capitolo di una trilogia teatrale sulla migrazione, parte dall’omonima autobiografia di un bracciante siciliano semianalfabeta, classe 1899. «In poco più di mille pagine, senza margini, con il punto e virgola a dividere una parola dall’altra, in una lingua grezza e infarcita di sicilianismi — spiega l’attore —, Vincenzo Rabito racconta la sua vita e con essa la storia del nostro Paese dal punto di vista di un ultimo, ma mai di un vinto. La tensione verso il benessere dei figli, il carattere girovago dell’esistenza di Vincenzo e il valore di testamento spirituale che il testo porta in sé avvicinano la figura di Rabito a quella del migrante».
Il progetto nasce nel 2015: con un crowdfunding, Panzeri presenta la storia del bracciante siciliano agli italiani nel mondo e nel frattempo raccoglie le storie personali di migrazione in Uruguay e Argentina, diventate poi il punto di partenza per sviluppare il resto
Al pianoforte La rassegna terminerà il 23 al Curò, con il talentuoso Leonardo Locatelli
L’altro evento In montagna, a Mezzoldo, anche il teatro: sabato «Terra matta»
della trilogia: Terra Matta 2 (1918-1943) e Terra Matta 3 (19143-1968). Panzeri a Mezzoldo darà voce al primo capitolo, «racconto, in prima persona, dell’intimo sforzo di emanciparsi e sopravvivere alla miseria — conclude l’attore —. La vicenda umana del protagonista scorre in un intreccio straordinario di grande e piccola storia sullo sfondo della poverissima Italia rurale di inizio secolo, sorpresa e dilaniata dalla Grande Guerra, l’Italia della gioventù sacrificata, l’Italia delusa da una vittoria fragile».