Corriere della Sera (Bergamo)

Archi in quota al rifugio Coca Pianoforte al Curò

I Sentieri al penultimo appuntamen­to: Begnis e Lorenzi al rifugio Coca

- Daniela Morandi

Musica e teatro ad alta quota. Per palcosceni­co i rifugi, per scenografi­a, le Orobie. Il mese di settembre porta con sé gli ultimi scampoli d’estate, che invoglia a incamminar­si ancora per i sentieri con zaino in spalla e voglia di raggiunger­e la vetta. Se poi, all’arrivo, oltre al panorama spettacola­re, si ascolta un concerto, il beneficio è doppio. Per il festival «I sentieri della musica», alla seconda edizione, organizzat­o dal Comune di Valbondion­e e Turismo Valbondion­e in collaboraz­ione con diverse realtà locali, oggi alle 11, al rifugio Mario Merelli al Coca, a quota 1.892 metri, si potranno ascoltare Ettore Begnis al violino e Marco Lorenzi alla viola, esecutori di un repertorio che spazia dalle musiche barocche di Marin Marais, Andrea Falconieri e Tomaso Albinoni sino a William Croft, Morris, le danze rumene di Bartok, senza tralasciar­e la musica più popolare dei Beatles.

A chiudere la seconda edizione della manifestaz­ione che unisce l’amore per la musica e la montagna, l’appuntamen­to di domenica 23. Al Rifugio Curò, a 1.915 metri d’altitudine, alle 11 il talentuoso pianista Leonardo Locatelli interprete­rà brani classici legati al tema dell’acqua, da Beethoven a Debussy, da Chopin a Rossini. Entrambi i concerti

sono a ingresso gratuito. Per maggiori informazio­ni è possibile contattare l’Ufficio Turistico Valbondion­e allo 034644665, scrivere una mail a info@turismoval­bondione.it o consultare il sito www.turismoval­bondione.it.

Sabato 8, al rifugio Balicco di Mezzoldo, spazio al teatro. Alle 14 andrà di scena «Terra

matta», a cura dell’attore Stefano Panzeri. Primo capitolo di una trilogia teatrale sulla migrazione, parte dall’omonima autobiogra­fia di un bracciante siciliano semianalfa­beta, classe 1899. «In poco più di mille pagine, senza margini, con il punto e virgola a dividere una parola dall’altra, in una lingua grezza e infarcita di sicilianis­mi — spiega l’attore —, Vincenzo Rabito racconta la sua vita e con essa la storia del nostro Paese dal punto di vista di un ultimo, ma mai di un vinto. La tensione verso il benessere dei figli, il carattere girovago dell’esistenza di Vincenzo e il valore di testamento spirituale che il testo porta in sé avvicinano la figura di Rabito a quella del migrante».

Il progetto nasce nel 2015: con un crowdfundi­ng, Panzeri presenta la storia del bracciante siciliano agli italiani nel mondo e nel frattempo raccoglie le storie personali di migrazione in Uruguay e Argentina, diventate poi il punto di partenza per sviluppare il resto

Al pianoforte La rassegna terminerà il 23 al Curò, con il talentuoso Leonardo Locatelli

L’altro evento In montagna, a Mezzoldo, anche il teatro: sabato «Terra matta»

della trilogia: Terra Matta 2 (1918-1943) e Terra Matta 3 (19143-1968). Panzeri a Mezzoldo darà voce al primo capitolo, «racconto, in prima persona, dell’intimo sforzo di emancipars­i e sopravvive­re alla miseria — conclude l’attore —. La vicenda umana del protagonis­ta scorre in un intreccio straordina­rio di grande e piccola storia sullo sfondo della poverissim­a Italia rurale di inizio secolo, sorpresa e dilaniata dalla Grande Guerra, l’Italia della gioventù sacrificat­a, l’Italia delusa da una vittoria fragile».

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II duo Da sinistra, Ettore Begnis e Marco Lorenzi, oggi al rifugio Coca-Merelli

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