Corriere della Sera (Bergamo)

Falciati a piedi: muore il figlio, gravissimo il padre

Lallio, il papà rischia la vita. La vittima, 24 anni, era cuoco al Bù Cheese Bar di Bergamo

- di Fabio Paravisi

Stavano attraversa­ndo a piedi la Provincial­e quando sono stati travolti da una 500, che li ha scagliati in un fosso profondo due metri. Gravissimo incidente, quello di ieri mattina a Lallio, che è costato la vita a Giovanni Scanzi, 24 anni, di San Giovanni Bianco, cuoco al Bù Cheese Bar di Bergamo. Gravissimo suo padre Massimo, 65 anni, che è stato operato e si trova nella Rianimazio­ne del Papa Giovanni. A destra la vittima dell’incidente, Giovanni Scanzi, 24 anni, cuoco al «Bù» di Bergamo, in un selfie con lo chef Carlo Cracco

Un urto fortissimo, il parabrezza dell’auto che si riempie di crepe, due uomini che vengono scagliati in un fosso profondo due metri: uno è un ragazzo di 24 anni, che muore nel giro di un paio d’ore, l’altro è suo padre, che sta lottando per la vita in ospedale.

Giovanni Scanzi avrebbe compiuto 25 anni il giorno di Natale. Nato a San Giovanni Bianco, si era trasferito brevemente con la famiglia ad Almenno San Salvatore quattro anni fa, per poi tornare nel suo paese di origine. Diplomato all’Alberghier­o di San Pellegrino, aveva lavorato come cuoco alla Baita del camoscio di Valleve e alla Wiener Haus di Curno, e da aprile faceva parte dello staff del Bù Cheese Bar di via Monte San Michele, nel centro di Bergamo. Ieri lo aspettavan­o al lavoro alle 10: aveva avvisato che prima sarebbe passato alla carrozzeri­a M&P di Lallio a ritirare la sua Opel in riparazion­e. Lo accompagna­va il padre Massimo, 65 anni, dal 1973 dipendente dell’Ats di Bergamo: è attualment­e referente per gli aspetti giuridici ed economici della Direzione sociale.

Alle 9.30 l’uomo ha parcheggia­to la sua Kia Rio ai bordi della provincial­e e poi con il figlio ha cominciato ad attraversa­re, in quel punto in cui non ci sono semafori o strisce pedonali, per raggiunger­e la carrozzeri­a. Proprio in quel momento da Bergamo è arrivata una Fiat 500. «Li ho visti attraversa­re di corsa e me li sono trovati davanti all’improvviso, non sono riuscito a evitarli», dirà poi, ancora sotto choc, agli agenti della polizia locale di Lallio l’automobili­sta S.A., 34 anni, milanese abitante nel Lodigiano, che aveva vissuto a lungo a Curno e che era passato a visitare i parenti. È poi risultato negativo all’alcoltest.

La parte anteriore destra dell’auto ha travolto i due uomini, uno dei quali ha battuto la testa contro il parabrezza. Ma l’urto è stato talmente violento da scagliare padre e figlio contro il guard rail e poi nella grossa Roggia Colleonesc­a che costeggia la strada, che è profonda due metri ma che in questo periodo non contiene più di una spanna d’acqua.

Il botto è stato sentito da chi lavora nelle attività ai lati della provincial­e. «Stavo aprendo il negozio quando ho sentito quello schianto», racconta Fulvio Mazza, di Telgate, titolare del negozio di tende FM. «In un primo momento non capivo cosa fosse successo, poi ho notato che un meccanico dell’officina correva verso la strada. Sono andato a vedere e ho visto i due uomini in fondo al fosso. Uno si lamentava mentre l’altro era immobile, vedevo brutte fratture a braccia e gambe. Il più giovane aveva il viso immerso nell’acqua. In un pri- mo momento non sapevo cosa fare, poi ho notato un’ambulanza di passaggio e l’ho bloccata». È stato il soccorrito­re a spiegare al negoziante l’unica cosa che poteva fare: «Dall’officina hanno portato una scala a pioli e con quella mi sono calato nel fosso. Visto che non potevo spostare i corpi per non causare danni, ho almeno potuto togliere il viso di uno dei due feriti dall’acqua, ruotandogl­i lentamente la testa».

In pochi minuti sono arrivate due ambulanze e due automedich­e inviate dal 118 e una squadra dei vigili del fuoco di Dalmine. Sono stati loro a tagliare l’inferriata, scendere nel fosso e poi imbragare i due feriti sulle barelle per portarli in superficie e affidarli ai soccorrito­ri. Quindi la corsa all’ospedale di Bergamo. Per Giovanni Scanzi le ferite riportate nello schianto si sono rivelate troppo gravi, tanto che il cuore del ragazzo ha smesso di battere pochi minuti dopo l’arrivo al Papa Giovanni. Sono gravissime le condizioni di suo padre Massimo, sottoposto a un intervento chirurgico e poi trasferito in terapia intensiva. L’incidente è stato ripreso dalle telecamere comunali. Il filmato è stato consegnato dai vigili al pm Nicola Preteroti. Il Bù Cheese Bar ha chiuso per lutto.

I fatti Attraversa­vano a piedi, scagliati in un fosso. Il conducente negativo all’etilometro

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 ??  ?? Schianto Sopra: il luogo dell’incidente, in primo piano la 500. A destra Giovanni Scanzi e un selfie con Carlo Cracco
Schianto Sopra: il luogo dell’incidente, in primo piano la 500. A destra Giovanni Scanzi e un selfie con Carlo Cracco
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