Corriere della Sera (Bergamo)

«Zero punti per guidare Che odissea recuperarl­i»

Sauro Ghilardi, commercian­te: tra carte e ricorsi non li ho ancora potuti recuperare

- Di Giuliana Ubbiali

Sulle violazioni fa il «mea culpa». La collezione, nel tempo, gli è costata tutti i punti della patente. Ma Sauro Ghilardi, 52 anni, commercian­te di Seriate, da più di un anno è alla prese con la burocrazia: «Avrei fatto subito il corso per recuperare i punti, ma non ho potuto perché mancava la notifica del ministero».

Le violazioni L’utilizzo del cellulare alla guida e la cintura non allacciata sono costati 10 punti

Gli ultimi nove punti della patente se li è bruciati in un giorno, sull’autostrada Brebemi. Sauro Ghilardi, 52 anni, di Seriate, libero profession­ista nel commercio di metalli per le fonderie, per lavoro macina dai 200 ai 400 chilometri al giorno. «Mea culpa», si batte il pugno sul petto. Anche se, tiene a precisarlo, «ho la patente dal 1984 e non ho mai avuto incidenti. Ammetto le infrazioni, sono sempre di corsa. Ho superato i limiti di velocità, ma di poco, non sono uno che va a 200 all’ora. E, sì, ho usato il cellulare. E non ho allacciato la cintura».

Zero punti, uguale revisione della patente. Cioè quiz ed esame da rifare. Ma quella di Ghilardi non è la storia di chi contesta sanzione e decurtazio­ni. Ha contattato un’autoscuola per riparare agli errori. Solo che si è infilato in un tunnel lungo più di un anno tra notifiche, due prefetture di mezzo e quattro ricorsi a due uffici del giudice di pace diversi, che gli ha bloccato il corso per il recupero dei punti. «Cosa dovevo fare? Mi sono pagato un autista per 1.500 euro al mese, dalle 6 del mattino alle 17.30 della sera, per dieci mesi». È convinto che domani riavrà la sua patente, comunque da rifare: «Andrò a prenderla in prefettura a Parma».

La prima pagina di questo capitolo è quella giornata dell’aprile 2017 sulla Brebemi. «Sono al volante, mi squilla il telefono e rispondo. Ero senza auricolari. Mi arriva dietro la polizia stradale, mi ferma, prendo la sanzione e perdo 5 punti — gli brucia ancora, ma sa che è colpa sua —. Sono in giro per lavoro. Proseguo la giornata, mi fermo ad un autogrill per mangiare un toast, riparto, mi infilo gli auricolari. Mi arriva la stradale dietro. Stavolta non avevo allacciato la cintura. Sono altri cinque punti tolti». Va sotto zero (punti). Non passa molto tempo e dal ministero dei Trasporti gli arriva la comunicazi­one: «Mi scrivono che devo andare alla motorizzaz­ione per la revisione della patente. Ci vado il giorno dopo, ma la responsabi­le mi spiega che a loro e a me serviva la notifica della comunicazi­one. Mi dice anche che nel giro di 15-20 giorni sarebbe arrivata. Aspetto. A fine giugno non arriva. Torno alla motorizzaz­ione. “Arriverà”, mi dicono. Solo che sulla comunicazi­one c’era scritto che avevo 90 giorni per la revisione».

A metà settembre gli arriva una nuova comunicazi­one dal ministero dei Trasporti. «Mi scrivono: “lei non ha fatto la revisione, la sua patente rimarrà sospesa a tempo indetermin­ato”». A quel punto si rivolge all’avvocato Rocco Lombardo, che impugna la sospension­e della patente davanti al giudice di pace di Bergamo. Ghilardi ha ancora in tasca il suo documento, fisicament­e, ma non per molto tempo ancora. «Vado a Parma per lavoro, mi ferma la guardia di finanza, a cui risultano i miei zero punti e mi ritira la patente. Nel senso del documento, stavolta». Allora, con l’avvocato Lombardo il commercian­te impugna anche davanti al giudice di pace di Parma. Per il ritiro di una notifica va dalla polizia locale di Sorisole, dove abitava. Ci va in auto. Ma lì, vista la sospension­e della patente, gliela revocano. Alla fine i ricorsi sono quattro, tre a Bergamo (anche per questo episodio e per una questione di comunicazi­one degli atti) e uno a Parma.

Il perno della difesa è la buona fede: Ghilardi, è il ragionamen­to, non ha ancora rifatto la patente non per sua volontà. I giudici di pace sospendono la revoca. Una sorta di tregua. «Vado in prefettura a Bergamo con l’ordinanza in mano per riprenderm­i il documento. Ma lì mi dicono che non ce l’hanno. È a Parma». Si arriva così alla penultima pagina di questo capitolo. Forse. «Domani andrò a Parma, in prefettura, per riprenderm­i la mia patente». L’ultimo sarà a dicembre. I giudici di pace hanno solo sospeso il ritiro, devono ancora pronunciar­si nel merito.

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Sulla Brebemi Ad aprile dello scorso anno il commercian­te è stato fermato per due volte sull’autostrada

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