Buona medicina pensare alla Champions
L’eliminazione dall’Europa League non può essere stata casuale. C’è qualcosa di profondo che non ha funzionato nell’Atalanta. Su tre turni, sei partite, l’Atalanta ha pareggiato tre volte, due delle quali in casa. Poi ai rigori si perde, capita a tutti, ma l’errore è stato arrivarci. È giusto parlare di sfortuna, di partita quasi dominata a Copenaghen, ma questo allarga l’errore. In due partite dominate, più i supplementari, non si è riusciti a fare un gol al Copenaghen. È interessante però questo rilancio subito inventato mettendo la Champions come obiettivo a riparazione di tutto. Nasce per cancellare la delusione, ma non è un’ipotesi sciocca. Molto complessa, questo sì, non assurda. L’Atalanta così com’è non basta, ma è una squadra che sa crescere, con un buon numero di giocatori. Alla fine dell’estate mi sembra che abbia tre squadre certamente più forti, Juve, Napoli, Inter. E tre squadre contro cui può giocare: Roma, Milan, Lazio. Le difficoltà del progetto sono evidenti, ma il progetto può resistere. Deve però esserci una stagione particolare, dove tutto va bene e dove qualche concorrente va in crisi. Ma pensare alla Champions aiuta a tenere indietro gli avversari anche per altri programmi. Andare in Europa League significa semplicemente perdere di poco la corsa per la Champions. Ma prima bisogna capire cosa è successo con il Copenaghen, qualcosa di oscuro che spero Gasperini abbia individuato. Auguri convinti.