Corriere della Sera (Bergamo)

Buona medicina pensare alla Champions

- Di Mario Sconcerti

L’eliminazio­ne dall’Europa League non può essere stata casuale. C’è qualcosa di profondo che non ha funzionato nell’Atalanta. Su tre turni, sei partite, l’Atalanta ha pareggiato tre volte, due delle quali in casa. Poi ai rigori si perde, capita a tutti, ma l’errore è stato arrivarci. È giusto parlare di sfortuna, di partita quasi dominata a Copenaghen, ma questo allarga l’errore. In due partite dominate, più i supplement­ari, non si è riusciti a fare un gol al Copenaghen. È interessan­te però questo rilancio subito inventato mettendo la Champions come obiettivo a riparazion­e di tutto. Nasce per cancellare la delusione, ma non è un’ipotesi sciocca. Molto complessa, questo sì, non assurda. L’Atalanta così com’è non basta, ma è una squadra che sa crescere, con un buon numero di giocatori. Alla fine dell’estate mi sembra che abbia tre squadre certamente più forti, Juve, Napoli, Inter. E tre squadre contro cui può giocare: Roma, Milan, Lazio. Le difficoltà del progetto sono evidenti, ma il progetto può resistere. Deve però esserci una stagione particolar­e, dove tutto va bene e dove qualche concorrent­e va in crisi. Ma pensare alla Champions aiuta a tenere indietro gli avversari anche per altri programmi. Andare in Europa League significa sempliceme­nte perdere di poco la corsa per la Champions. Ma prima bisogna capire cosa è successo con il Copenaghen, qualcosa di oscuro che spero Gasperini abbia individuat­o. Auguri convinti.

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