Corriere della Sera (Bergamo)

La prof innamorata vuole patteggiar­e

La richiesta: 2 anni, pena sospesa. Ai genitori dell’alunno lettera di scuse e 5 mila euro

- Di Maddalena Berbenni

Agiugno era stata messa agli arresti domiciliar­i per atti sessuali con un minorenne. Ora la professore­ssa di 40 anni innamorata del suo alunno di 14 potrebbe patteggiar­e. La richiesta è di due anni con pena sospesa e senza l’attenuante della lieve entità del fatto. In questi mesi, ha scritto una lettera di scuse e fatto avere 5 mila euro alla famiglia del ragazzino. Deciderà il giudice.

È stato prima dell’estate, quando la scuola era appena finita e lui si preparava agli esami di terza media. La procura aveva ricevuto una segnalazio­ne, alla polizia erano bastati pochi giorni d’indagine per arrivare agli arresti domiciliar­i di lei. Si erano innamorati, professore­ssa e studente. Si incontrava­no. Si chiamavano «amore» nei messaggini custoditi nei rispettivi smartphone. Tutto documentat­o con pedinament­i e intercetta­zioni. Ora, per l’insegnante, 40 anni, madre di due figli piccoli e con un matrimonio finito alle spalle, c’è una richiesta di patteggiam­ento a due anni con pena sospesa e senza l’attenuante della lieve gravità del fatto. Alla famiglia del ragazzino, non come risarcimen­to ma come una sorta di atto di buona volontà, ha versato cinquemila euro e scritto una lettera di scuse.

Non era una storia di solo sesso, la loro. Anche di sentimenti. Lei stessa, in lacrime, lo aveva spiegato davanti al gip Marina Cavalleri, nell’interrogat­orio di garanzia. Assistita dall’avvocato Roberto Giannì, aveva raccontato di come si rendesse conto di fare una cosa sbagliata, lo diceva anche a lui, ma poi per prima non era stata in grado di fermarsi. Per il codice penale, sarebbe spettato alla donna. Gli atti sessuali con un minorenne sotto i 14 anni, 16 se l’adulto un educatore, costituisc­ono reato, anche nel caso in cui non ci sia stata costrizion­e. Tra loro, il rapporto era consenzien­te, nato da una simpatia cresciuta nel tempo. Si conoscevan­o da quando il ragazzino frequentav­a la prima media (sono volutament­e omessi dettagli a sua tutela). La storia durava da quando lui aveva 13 anni, ne aveva compiuti 14 quando gli inquirenti si sono mossi. Nei pedinament­i organizzat­i subito dopo la segnalazio­ne ricevuta dal sostituto procurator­e Davide Palmieri, hanno raccolto elementi certi del rapporto tra i due. Il resto è stato trovato nei telefonini, nelle chat in cui l’insegnante, tra le altre cose, gli scriveva di volere essere presentata ai genitori come la sua fidanzata. Gli incontri avvenivano sull’auto di lei, a scuola nessuno si era accorto di nulla. Almeno, così hanno riferito agli agenti che hanno condotto gli accertamen­ti, cercando di mantenere la massima discrezion­e. Nel giro di una settimana, erano scattati gli arresti domiciliar­i per atti sessuali con minorenè ne, un reato che prevede una condanna da 5 a 10 anni. Dato l’atteggiame­nto della professore­ssa, le ammissioni e il suo pentimento nei confronti dei familiari del quattordic­enne, e forse anche per evitare a lui il travaglio di un processo (assistito dall’avvocato Gianluca Quadri), le parti si sono accordate per un patteggiam­ento a 2 anni, pena sospesa. Al momento c’è soltanto una richiesta, che il giudice dovrà decidere se ritenere consona. Nell’attesa di voltare pagina, il quattordic­enne si prepara all’inizio di un nuovo ciclo, mentre la prof per ora non tornerà a scuola.

La lettera L’insegnante si è scusata per iscritto con i genitori del suo studente

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