Corriere della Sera (Bergamo)

Dacia Maraini dirige Il teatro sull’acqua

- Livia Grossi

«Il rispetto della vita, la capacità di comprender­e il dolore dell’altro, questi i temi del nostro Festival, un corpo a corpo con il pubblico per riflettere sulla laica sacralità del nostro esistere». Dacia Maraini torna ad Arona (Vb) con «Il teatro sull’acqua», cinque giorni di spettacoli, performanc­e e incontri il cui obiettivo è «rendere possibile l’inaspettat­o» (info: www.teatrosull­acqua.it). Si inizia stasera con «Ma se mi toccano», il testo di Maurizio De Giovanni diretto da Hervé Ducroux che vede al centro della scena Gioachino Rossini (Edoardo Siravo) alle prese con le audizioni per la sua nuova opera: un pretesto per osservare l’umanità sgangherat­a che lo circonda, ma anche quel mondo di inizio 800 che ama il bello e lo contiene. A firmare la direzione musicale Matteo Beltrami del teatro Coccia di Novara. Sul fronte drammaturg­ia contempora­nea nella settecente­sca Villa Ponti dopo «Modern Familiy 1.0» de Le Brugole (stasera ore 20), si riflette sulla questione migrazione con «Scena dalla frontiera» di Davide Enia, mentre Luigi D’Elia propone «Cammelli a Barbiana. Don Lorenzo Milani e la sua scuola». Tra gli appuntamen­ti più attesi la coppia Carullo e Minasi e il loro «Delirio Bizzarro», frutto degli incontri con pazienti di strutture psichiatri­che, e il teatro di Emma Dante in scena con «La scortecata», tratto da «Lo cunto de li cunti» di Giovan Battista Basile.

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Debutto «Ma se mi toccano»

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