Corriere della Sera (Bergamo)

Scontro tra islamici Al Tar per il cimitero

Il ricorso contesta il ruolo del Centro di via Cenisio «Non tocca a loro attestare la fede dei defunti»

- Silvia Seminati

Sei islamici portano davanti al Tar la nuova convenzion­e sul cimitero islamico firmata da Palazzo Frizzoni insieme al Centro Islamico di via Cenisio. Tra queste sei persone, anche l’ex presidente del Centro, Imad El Joulani, in lotta da tempo con Mohamed Saleh, attuale presidente di via Cenisio.

I toni si erano abbassati. Sembrava ci fosse una tregua tra i due principali gruppi islamici della città, quello che fa riferiment­o al Centro culturale islamico di via Cenisio e l’Associazio­ne Musulmani di Bergamo (l’ex Comitato musulmani). Sottotracc­ia, continua invece la guerra. L’ultima battaglia, appena iniziata, la stanno combattend­o davanti al Tar di Brescia. Motivo dello scontro è il documento con cui, prima dell’estate, il Comune di Bergamo ha destinato un’area del cimitero di via per Azzano alla formazione di un reparto speciale per la sepoltura dei defunti di religione islamica. Ora sei islamici, assistiti dall’avvocato Ruggero Troiani di Verona, chiedono al Tar di sospendere quella delibera che, secondo loro, viola i principi costituzio­nali relativi al diritto di libertà dell’espression­e religiosa ed è anche illogica e contraddit­toria. Tra queste sei persone, c’è Idir Ouchikh, rappresent­ante dell’Associazio­ne Musulmani, e anche Imad El Joulani, rappresent­ante dell’Associazio­ne Comunità Islamica di Bergamo di via Santi Maurizio e Fermo. El Joulani è tuttora coinvolto in una vicenda processual­e legata all’uso dei fondi provenient­i dal Qatar per costruire la nuova moschea. Il suo accusatore, in quella vicenda, è Mohamed Saleh, presidente del Centro di via Cenisio. Ora i due tornano a scontrarsi pure davanti al Tar.

Il ricorso si concentra soprattutt­o sull’articolo 9 della convenzion­e sul cimitero islamico, in particolar­e quando dice che «nel Reparto speciale islamico del Cimitero civico di Colognola sono accolti tutti i defunti di quella religione per i quali ne venga fatta richiesta e di cui venga attestata preventiva­mente la profession­e della fede islamica da parte del Centro Culturale Islamico di Bergamo». Con la vecchia convenzion­e, il Centro Culturale Islamico si impegnava invece ad accogliere nel proprio cimitero tutti i defunti di quella religione che lo desiderano. «Non capiamo perché — spiega Idir Ouchikh — tocchi al Centro islamico, che è un’associazio­ne privata, attestare la profession­e di fede islamica di un defunto. Questa competenza potrebbe almeno essere estesa a tutte le quattro associazio­ni islamiche che hanno firmato con il Comune il Patto per l’Islam». Il ricorso aggiunge che la scelta del Comune non tiene conto delle molteplici espression­i religiose presenti nel mondo islamico e «pone in essere situazioni di fatto che possono prestarsi a decisioni quanto meno arbitrarie e che collidono con il principio generale della pubblica amministra­zione, che nell’erogazione dei servizi non può essere condiziona­ta da legittime scelte soggettive che interessan­o la sfera privata dei cittadini e che, almeno al momento del commiato non possono certo essere poste in discussion­e». Il nuovo testo, secondo i sei ricorrenti islamici, pone limiti all’esercizio del di- ritto alla libertà d’espression­e religiosa garantito dalla Costituzio­ne. «L’aver posto — aggiungono — la necessità dell’acquisizio­ne dell’attestazio­ne di profession­e di fede islamica, rilasciata da un’associazio­ne privata quale presuppost­o per lo svolgiment­o dei servizi funebri nell’area dedicata, pone un nuovo ingiustifi­cato vincolo che non solo prima non esisteva ma che può limitare, ostacolare e perfino escludere l’iter dello svolgiment­o dei servizi funebri ai cittadini islamici dando possibile adito a contestazi­oni in ogni sede».

Il Comune, che si è costituito nella causa promossa dai sei islamici, aveva modificato la convenzion­e facendo diventare l’area islamica un reparto speciale del cimitero di Bergamo. Con le stesse regole previste per gli altri reparti speciali, come per esempio quello riservato ai valdesi. Davanti al Tar, il Comune spiegherà che è il Centro islamico ad attestare la profession­e della fede islamica dei defunti perché quel reparto del cimitero è stato realizzato dal Centro di via Cenisio, a sue spese, com’era previsto nella convenzion­e precedente. Il Comune spiegherà anche che ha modificato il documento per creare equità tra i vari soggetti: per esempio, prima di seppellire un defunto nel reparto riservato ai valdesi, tocca al responsabi­le della comunità valdese dare il proprio assenso alla sepoltura. Così, almeno fino al pronunciam­ento del Tar, dovranno fare anche gli islamici.

❞ Non capiamo perché tocchi al Centro Culturale Islamico attestare la profession­e di fede islamica di un defunto

Idir Ouchikh

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Imad El Joulani
 ??  ?? In via per Azzano Il reparto speciale islamico è stato realizzato dal Centro Culturale Islamico di Bergamo, che fa capo al presidente Mohamed Saleh
In via per Azzano Il reparto speciale islamico è stato realizzato dal Centro Culturale Islamico di Bergamo, che fa capo al presidente Mohamed Saleh

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