Piazza Verde Emozioni al naturale
Piet Oudolf non crea effetti speciali, solo lo spettacolo della natura
Lo spettacolo della natura allestito da Piet Oudolf in Piazza Vecchia lascerà delusi molti amanti degli effetti speciali, ma l’approccio «meditativo» è senza dubbio quest’anno se non un segno, un’emergenza dei tempi.
Consegnare, metaforicamente, le chiavi di Piazza Vecchia ad un paesaggista di chiara fama, per Maurizio Vegini e i suoi soci di Arketipos, è un atto di fede. Come lasciare carta bianca ad uno stilista, sottintendendo un «vestimi come vuoi» che è il più temerario e fiduciario degli incarichi. È firmare una resa creativa, lasciando campo libero al genio di esprimersi, di spaziare rincuorandosi con un mantra: «Lui saprà cosa fare per me». Così è avvenuto anche per il plant designer di questa ottava edizione de «I maestri del Paesaggio», (fino al 23 settembre con 79 progetti e 148 appuntamenti diffusi), Piet Oudolf. Un olandese con i capelli che ricordano campi d’erba mossi dal vento e che ha passato 40, dei suoi oltre 70 anni di vita, a inondare di verde pezzi di mondo, come la ferrovia in disuso di New York o il centro civico di Chicago. Appena sbarcato a Orio, tre sere fa, quando gli organizzatori pensavano di aver già concluso l’allestimento principe del borgo antico, Oudolf ha fatto il verso a Bartali: non gli è tutto da rifare, ma un bel po’ da sistemare, quello sì. Dove e come abbia messo mano, tra le undicimila piante posizionate, è difficile capirlo perché la carta non è materia viva e il disegno con cui Oudolf aveva fissato, mesi fa, il concetto del suo lavoro è un acquarello con colori vivi e accesi che un po’ si faticano a riconoscere. Il sindaco di Bergamo, Giorgio Gori, lo definisce Acquarello
In alto a sinistra l’inaugurazione del «giardino» in Piazza Vecchia. In basso, Piazza Mascheroni. Qui sotto la protesta dei «No Parking Fara» e, a lato, alcuni particolari degli allestimenti un designer dai tratti pittorici (forse ripensando proprio al rendering dipinto che avrebbe potuto titolarsi «tempesta floreale in una piazza»), ma oltre l’elemento visivo, l’allestimento clou della kermesse si rivela meditativo. Una riflessione filosofica, idealista che riconduce all’essenza stessa dell’infinita varierà di elementi verdi, e non, che popolano la piazza. Che, senza scomodare Kant, resta «la cosa in sé», senza snaturarsi, senza perdere l’identità e cedere le sue pietre ad un’invasione botanica incontrollata, mentre le piante che si espongono nell’esatto momento della loro fioritura annuale, rimandano alla loro perennità. Qualcosa che resiste più di una stagione, due, tre o forse per l’eternità. Come i sentimenti. Piazza Vecchia e le piante che la popolano restano come esse sono in se stesse, mentre lo spazio e il tempo le trasformano in un fenomeno temporaneo. E come tale un’apparizione che si può conoscere con i sensi. Vista, tatto e olfatto sono mossi, solleticati in un approccio naturalistico che, quest’anno c’è da scommettere, lascerà delusi gli amanti degli effetti speciali. Nessun cubo di ghiaccio, né palloncini, né erba fluorescente, né poltrone-sacco alla Fantozzi: il vero spettacolo è la natura e la sua capacità di perpetuarsi. «Questo è il mio stile», ha chiarito Oudolf tanto granitico e imperturbabile professionalmente, quanto amabile nell’indicare il fine ultimo, pratico dell’allestimento: la condivisione capace di aguzzare l’abilità e l’apprendimento di chi ha un giardino, o un fazzoletto verde o anche solo un balcone. Non instillare, ma canalizzare l’estro, il pollice verde sarà un esercizio dominante per i prossimi 17 giorni, perché mai come quest’anno, la manifestazione si irradia nell’humus cittadino. Non è un toupet verde che Bergamo si cala in testa una volta l’anno, ma qualcosa che innervandosi anche in città bassa, ha varcato i confini, mentre la protesta resta fortemente locale con due striscioni srotolati giù dal Campanone: «Ferma lo scempio» è il blitz dei No Parking Fara.
Il mare verde di Piazza Vecchia, a evento chiuso, finirà in Svizzera al Parco Casarico di Sorengo a Lugano. Sulla base della fornitura dei Maestri e della tipologia di piante utilizzate, è stato progettato uno spazio all’interno di un nuovo quartiere residenziale. E i bravi svizzeri quietanzeranno la fornitura con un bel po’ di franchi. Cambio a parte, gran bel colpo per Arketipos che, oltre agli onori della medaglia del Presidente della Repubblica, deve accollarsi gli oneri finanziari.
Dopo l’evento Il verde dei Maestri continuerà a crescere nel Parco Casarico di Soregno a Lugano
Il blitz Due striscioni del «No Parking Fara» sul Campanone: «Fermate lo scempio»