Il tesoro degli Istituti Educativi
Bilancio in utile grazie agli affitti, rivisto l’accordo con l’Imiberg. In cinque anni stanziati 6,2 milioni di contributi I numeri della Fondazione diventano pubblici: un patrimonio di edifici e terreni da 120 milioni
Èuna vera cassaforte, che contiene 120 milioni di euro di patrimonio in edifici e terreni e quasi 12 in titoli di stato o azionari. Ma non si tratta di un tesoro immobile: la Fondazione Istituti educativi di Bergamo fa girare soldi, investe, incassa e, soprattutto, contribuisce con somme importanti ad attività sociali, educative e culturali del territorio bergamasco: 1 milione e mezzo di contributi solo nel 2017.
Una vera e propria cassaforte, che contiene 120 milioni di euro di patrimonio in edifici e terreni e quasi 12 in titoli di stato o azionari. Ma non un tesoro murato e immobile: la Fondazione Istituti educativi di Bergamo è una macchina che fa girare soldi, tanti, investe, incassa, spende e, soprattutto, contribuisce con somme importanti ad attività sociali, educative e culturali del territorio bergamasco: 1 milione e mezzo di contributi solo nel 2017. Numeri importanti, di cui nulla si sapeva fino a questo momento. Il nuovo Consiglio d’amministrazione degli Istituti, onorando una promessa fatta al momento della nomina, ha reso il tutto pubblico su internet. Sono ora disponibili on line un elenco completo dei beni di proprietà dell’ente e i bilanci degli ultimi cinque anni. La notizia sarebbe che un ente a controllo pubblico (azionista largamente maggioritario è la Provincia di Bergamo) era arrivato al 2018 senza un sito né un qualche tentativo di trasparenza. Ma Luigi Sorzi — eletto presidente tra non poche polemiche, dal presidente della Provincia Matteo Rossi, a sua volta autonominatosi nel Cda — in pochi mesi ha portato nel terzo millennio un’istituzione che ha radici nel XVI secolo.
Campi e palazzi
Gli Istituti educativi sono gli eredi di una storia di enti caritatevoli votati al sostegno e all’educazione di bambini e giovani in difficoltà, orfani per lo più. Questo si traduce in un esteso patrimonio immobiliare, costituito da lasciti più o meno antichi. Complessivamente, al 31 dicembre 2017 il bilancio della Fondazione calcola un patrimonio netto di quasi 124 milioni di euro. Al netto degli ammortamenti (oltre 10 milioni), si tratta di oltre 120 milioni in terreni e fabbricati (più 3,5 milioni di altre immobilizzazioni materiali, cioè opere d’arte) e 11,3 milioni in titoli di Stato, azioni, obbligazioni.
Nel dettaglio, il patrimonio immobiliare è costituito da molti terreni. Solo per citare i comuni in cui i valori sono più alti: Treviglio (30 milioni), Calcinate (7,2 milioni), Bagnatica (4 milioni), Treviolo (3,5 milioni). Poi ci sono i fabbricati. Il valore più alto si ritrova a Bergamo (45,5 milioni), dove la Fondazione possiede, tra le altre cose, la sede di passaggio Canonici Lateranensi, l’ex Hotel Commercio di via Tasso (nella stessa via altri immobili), la sede dell’Imiberg in via Santa Lucia. Molti gli edifici anche a Treviglio (valore complessivo quasi 22 milioni), tra cui il plesso scolastico di Castel Cerreto, il Collegio degli Angeli e diverse cascine (Battaglie, Pelesa).
Gestione in attivo
Da tutto questo patrimonio, in particolare dagli affitti, gli Istituti educativi traggono da anni un risultato d’esercizio costante. Un utile — che non si può chiamare così, trattando-
Il caso Imiberg Fino al 2016 la scuola ha pagato un affitto «simbolico», poi l’aumento dei canoni