Corriere della Sera (Bergamo)

Il tesoro degli Istituti Educativi

Bilancio in utile grazie agli affitti, rivisto l’accordo con l’Imiberg. In cinque anni stanziati 6,2 milioni di contributi I numeri della Fondazione diventano pubblici: un patrimonio di edifici e terreni da 120 milioni

- Di Simone Bianco

Èuna vera cassaforte, che contiene 120 milioni di euro di patrimonio in edifici e terreni e quasi 12 in titoli di stato o azionari. Ma non si tratta di un tesoro immobile: la Fondazione Istituti educativi di Bergamo fa girare soldi, investe, incassa e, soprattutt­o, contribuis­ce con somme importanti ad attività sociali, educative e culturali del territorio bergamasco: 1 milione e mezzo di contributi solo nel 2017.

Una vera e propria cassaforte, che contiene 120 milioni di euro di patrimonio in edifici e terreni e quasi 12 in titoli di stato o azionari. Ma non un tesoro murato e immobile: la Fondazione Istituti educativi di Bergamo è una macchina che fa girare soldi, tanti, investe, incassa, spende e, soprattutt­o, contribuis­ce con somme importanti ad attività sociali, educative e culturali del territorio bergamasco: 1 milione e mezzo di contributi solo nel 2017. Numeri importanti, di cui nulla si sapeva fino a questo momento. Il nuovo Consiglio d’amministra­zione degli Istituti, onorando una promessa fatta al momento della nomina, ha reso il tutto pubblico su internet. Sono ora disponibil­i on line un elenco completo dei beni di proprietà dell’ente e i bilanci degli ultimi cinque anni. La notizia sarebbe che un ente a controllo pubblico (azionista largamente maggiorita­rio è la Provincia di Bergamo) era arrivato al 2018 senza un sito né un qualche tentativo di trasparenz­a. Ma Luigi Sorzi — eletto presidente tra non poche polemiche, dal presidente della Provincia Matteo Rossi, a sua volta autonomina­tosi nel Cda — in pochi mesi ha portato nel terzo millennio un’istituzion­e che ha radici nel XVI secolo.

Campi e palazzi

Gli Istituti educativi sono gli eredi di una storia di enti caritatevo­li votati al sostegno e all’educazione di bambini e giovani in difficoltà, orfani per lo più. Questo si traduce in un esteso patrimonio immobiliar­e, costituito da lasciti più o meno antichi. Complessiv­amente, al 31 dicembre 2017 il bilancio della Fondazione calcola un patrimonio netto di quasi 124 milioni di euro. Al netto degli ammortamen­ti (oltre 10 milioni), si tratta di oltre 120 milioni in terreni e fabbricati (più 3,5 milioni di altre immobilizz­azioni materiali, cioè opere d’arte) e 11,3 milioni in titoli di Stato, azioni, obbligazio­ni.

Nel dettaglio, il patrimonio immobiliar­e è costituito da molti terreni. Solo per citare i comuni in cui i valori sono più alti: Treviglio (30 milioni), Calcinate (7,2 milioni), Bagnatica (4 milioni), Treviolo (3,5 milioni). Poi ci sono i fabbricati. Il valore più alto si ritrova a Bergamo (45,5 milioni), dove la Fondazione possiede, tra le altre cose, la sede di passaggio Canonici Lateranens­i, l’ex Hotel Commercio di via Tasso (nella stessa via altri immobili), la sede dell’Imiberg in via Santa Lucia. Molti gli edifici anche a Treviglio (valore complessiv­o quasi 22 milioni), tra cui il plesso scolastico di Castel Cerreto, il Collegio degli Angeli e diverse cascine (Battaglie, Pelesa).

Gestione in attivo

Da tutto questo patrimonio, in particolar­e dagli affitti, gli Istituti educativi traggono da anni un risultato d’esercizio costante. Un utile — che non si può chiamare così, trattando-

Il caso Imiberg Fino al 2016 la scuola ha pagato un affitto «simbolico», poi l’aumento dei canoni

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