«Poieto, vendita nulla» Il giallo dei titoli greci
L’ex sindaco Dentella non avrebbe potuto acquistare la società
Per la Corte dei Conti la vendita della Monte Poieto sarebbe nulla. Stefano Dentella, da sindaco, non avrebbe potuto acquistarla. Tra i nodi da chiarire quello dei titoli greci che risulterebbero intestati alla partecipata dal 2016.
E se non ci fosse nulla di valido nell’operazione Monte Poieto? La Corte dei Conti lo ipotizza nella delibera del 9 maggio 2018, con la quale invita il Comune a prendere provvedimenti per evitare grane finanziarie nei rapporti con la partecipata. L’articolo di riferimento è il 1471 del Codice civile e la questione è semplice. Chi amministra una società pubblica, o è sindaco del Comune che la controlla, non può acquistarla. L’ex sindaco Stefano Dentella, indagato per abuso d’ufficio con il suo successore Michele Villarboito e il segretario comunale Saverio De Vuono, lo ha fatto. La cessione della controllata, di cui è sempre stato anche amministratore, sarebbe perciò nulla, indicano i giudici contabili, «essendo risultato compratore (...) — scrivono — un amministratore dei beni del Comune, nella specie il sindaco pro tempore del Comune di Aviatico dal 2003 al 2013 (Dentella, appunto, ndr), rispetto ad un bene affidato alla sua cura».
Mattia Carrara sa che è una carta da giocare. Trentanove anni, insegnante, è stato eletto a giugno, dopo avere firmato l’esposto da cui ha avuto origine l’indagine del pm Maria Esposito e sconfitto Dentella, che si era ricandidato. «L’operazione è incontestabilmente nulla — è sicuro Carrara —, stiamo capendo con un legale come muoverci. Quello che stupisce è che nesconsigliò L’altopiano La società Monte Poieto è proprietaria dell’ovovia e del rifugio a 1.300 metri di quota suno in Comune se ne sia reso conto prima». In base a una delibera del Consiglio comunale del 2010, Dentella, il 17 giugno 2016, ha acquisito con un aumento di capitale il 56% delle quote per 365 mila euro e adesso è pronto a passare al restante 44% per 331 mila. Nel 2016 al timone c’era Villarboito, il suo ex tecnico comunale poi decaduto per la vicenda delle villette abusive di Ganda. «È vero che Villarboito si consultò prima di procedere con l’atto — fa notare Carrara —, ma l’avvocato interpellato di cambiare l’amministratore della società, Dentella, visto che era anche colui che stava acquistando. Non è mai successo. Dentella è sempre rimasto alla guida della partecipata, rifiutandosi di esibire la documentazione. È tutto nelle carte acquisite dalla Finanza».
Ecco, la Finanza. Sia valida o non valida per il Codice civile, la vendita del Poieto dal punto di vista penale sarebbe avvenuta in maniera illecita, a danno del Comune e a vantaggio di Dentella, sospetta la Procura, che non esclude sviluppi con un’ulteriore ipotesi di reato. Truffa. Tra le «anomalie» su cui la Gdf dovrà probabilmente mettere la testa, c’è anche il piccolo mistero dei titoli greci. È segnalato nell’esposto di Carrara e di altri 34 cittadini. Risulterebbero intestati alla Monte Poieto dal 16 giugno 2016 con un valore identico a quello che Dentella avrebbe dovuto mettere nella ricapitalizzazione, 365 mila euro, e un controvalore di circa 270 mila euro. La preoccupazione di chi ha denunciato è che i soldi per il Poieto siano stati in realtà investiti «in titoli ad altissimo rischio speculativo, esponendo di conseguenza la società partecipata a possibili ingenti perdite patrimoniali». In pratica, conclude Carrara, «se la Grecia fosse fallita, il Poieto avrebbe fatto la stessa fine».
Il nodo da chiarire Alla società partecipata risultano intestati, da giugno 2016, 365 mila euro di bond greci