La Bassa vince la gara dell’uva tra sindaci
Il sindaco di Arzago: «Ma siamo della sua vigna»
Quando è tutto pronto per la singolar tenzone di pigiatura, chili di uva, tinozze e recipienti, il bravo presentatore chiama i concorrenti. Venghino, siori sindaci, venghino.
Alla gran parata amministrativo—vignaiola della Festa del Moscato di Scanzo hanno risposto una trentina di primi e vice primi cittadini, oltre a politici con gusti che abbracciano tutto l’arco costituzionale del buon vino. Chi va di rosso e chi di bianco, anche se c’è chi, come il deputato leghista Daniele Belotti, beve solo acqua di sorgente (del dio Po).
La competizione ad alto tasso di spettacolo è semplice: vincerà il primo palio dei Comuni chi produrrà più mosto. Sul sagrato della parrocchiale, i coach danno gli ultimi consigli alle squadre, formate su criteri territoriali che, mandando a farsi benedire tessere e partiti, vedono alleanze agonistiche improbabili. La più clamorosa: i due leghistissimi Simona Pergreffi, senatrice e sindaco di Azzano, e il consigliere regionale Giovanni Malanchini nelle vesti di supporter ufficiali della squadra «Città» capitanata dal sindaco di Bergamo, Giorgio Gori. Gli sguardi sono tutti per lui che indossando un paio di jeans anni ‘70, retaggio di qualche festival dei fiori della gioventù sarpina, è il più noto, ma nel pubblico non mancano apprezzamenti per il padrone di casa, Davide Casati, della squadra «Terre del Vescovado». «Se guardo tutti i sindaci — evidenzia una ragazza — il nostro è il più bello». Carico a pallettoni è invece il sindaco di Arzago d’Adda, Gabriele Riva, punta di diamante delle furie rosse della «Bassa», mentre più tranquilla è la formazione «Val Seriana». Le valli centrano poco con le vendemmie e tra la disastrosa performance del vice sindaco di Nembro, Massimo Pulcini (gli altri avevano già finito e lui era ancora in ballo, nel vero senso della parola), e l’onorevole prestazione del Vescovado, la vittoria si rivela una faida piddina tra Gori e il suo (quasi ex) segretario di partito. La «Città» è in netto vantaggio quando tocca al sindaco di Bergamo il rush finale. Ma Riva non ci sta: entra a piè pari nella tinozza e, mulinando gli esplosivi polpacci come un ossesso, lo gabba. Belotti esulta che manco ai gol di Zapata quando Gori, unico dei concorrenti, beve dal recipiente il mosto fresco: «Adesso è sicuro che si ricandida, è un gesto popolano contro l’aristocrazia del flûte da champagne», mentre Riva quasi si scusa. «Mi è partito il trip, nessuna rivalità, dai. In fondo, siamo tutti operai della vigna di Gori».
❞ Gori beve il mosto dal recipiente? Gesto popolano contro la aristocrazia del flûte da champagne: ora è sicuro, si ricandida Daniele Belotti