Coding e app: gioco da ragazzi
Notte insonne per i battaglieri partecipanti alla Hackathon, la maratona informatica di 24 ore che si svolge al festival «Download Innovation It», al Lazzaretto. Sette le squadre al lavoro per creare un sito che «consenta di segnalare i problemi al Comune di Bergamo».
«Mangiare? Sì. Dormire no, se riusciamo a evitarlo. Ci servirà tutto il tempo a disposizione per finire la gara». Partono battaglieri i partecipanti alla Hackathon, la maratona informatica di 24 ore che si svolge al festival «Download Innovation It», al Lazzaretto di Bergamo.
Il fischio d’inizio ieri, il termine oggi alle 14 (il festival, invece, prosegue fino a sera). Le squadre sono sette, i partecipanti 30. Sinéad è una 28enne irlandese, nel team «Fix.it» con il suo ragazzo Vincent, 29 anni, tedesco. «Prima ero archeologa — racconta —, poi mi sono appassionata all’informatica e ora lavoro come sviluppatrice di software». Dice che ha fatto lo stesso percorso di Joanna Hoffmann, tra le prime collaboratrici di Steve Jobs. Vincent è invece ingegnere dei sistemi. «Siamo in vacanza in Italia — continua — e, dopo Milano, ci siamo fermati qui per la competizione. È una sfida che serve anche per imparare qualcosa».
La gara è lanciata dall’organizzatore del festival, l’azienda Sorint.lab, in collaborazione con il Comune di Bergamo. I partecipanti devono creare un sito che «consenta di inviare al Comune le segnalazioni di problemi di vario genere», spiega l’assessore all’Innovazione Giacomo Angeloni. I concorrenti si dividono i ruoli all’interno della squadra. «Essendo colleghi, siamo abituati a lavorare in team —, afferma Paolo, 35 anni, fondatore, insieme a Manuel (33) della startup Runelab, con sede a Seriate —. Ci siamo conosciuti giocando a League of Legends, un gioco online. Poi abbiamo avviato l’impresa. Partiti in tre, ora siamo in dieci. Ci occupiamo di app, software e domotica».
Sono colleghi anche i componenti del team «Undefined». «Siamo qua per conoscere nuova gente del settore — dice Lorenzo, fondatore di Inmagik —, e naturalmente per divertirci». Gioele, 20 anni, è venuto dalla Sicilia apposta, dove è stato messo nella squadra «Empanadas» con i bergamaschi Ignazio (25) e Beatrice (24), l’unica altra donna presente. Il «Pota Team» riunisce universitari e liceali tra Milano e Bergamo. Nelle squadre «Le paste termiche», «Freedom Surf Club» e «Le sbarre» ci sono molti studenti dell’Istituto Paleocapa, che hanno in media 17 anni. Alcuni hanno già gareggiato, come Aaron Tognoli, che venerdì prossimo disputa le nazionali delle Olimpiadi informatiche, a Campobasso.
Che l’informatica sia un gioco (già) da ragazzi sembra suggerirlo l’alta partecipazione ai laboratori di coding (programmazione) che si svolgono durante il festival. Ieri, ai corsi per bambini c’erano 110 iscritti per 40 posti (si tengono anche oggi: per prenotare bisogna scaricare l’app «Download Innovation It»). I ragazzi vengono guidati nell’utilizzo di Skratch, un «linguaggio di progettazione a oggetti». In pratica, scrivere programmi è quasi come montare mattoncini Lego. «Funziona», esclamano Elisa e Stefania, due amiche bergamasche di 12 anni che fanno muovere un gatto virtuale sullo schermo di un pc. «Mi piacerebbe farlo anche a scuola — afferma convinto un altro ragazzo —, magari al posto di italiano». Sono diversi gli educatori che propongono il coding già alle scuole primarie. Oggi alle 15 si tiene la conferenza «Il senso del coding per l’educazione», con Pierangelo Soldavini, vicecaporedattore del Sole 24 Ore, e la programmatrice Elena Vittoria Belotti.
Il festival comprende un’area per provare videogiochi anche d’epoca, quelli degli anni ‘80, da Street Fighter a Donkey Kong, e anche uno dei primi «videogiochi» esistenti, creato nel ‘52, che permetteva di giocare a tris scegliendo le caselle tramite il telefono di casa. Sono stati organizzati anche 22 laboratori, tra cui scacchi reale e virtuale. Oggi, alle 14, sarà presente la campionessa italiana Silvia Guerini. Ieri i bambini erano numerosi. Tra loro anche Lorenzo, 7 anni, e Leonardo, 5, portati dai genitori, di Monterosso. «Sono appassionati di computer e questo è il loro mondo — dice la mamma, Maria —. È importante dare loro dei mezzi per aiutarli a comprenderlo più da vicino».
L’evento Il festival, organizzato da Sorint.lab insieme al Comune di Bergamo, prosegue fino a stasera