Corriere della Sera (Bergamo)

MAESTRI SUI BANCHI

- Di Franco Brevini

Che quasi i due terzi dei maestri della Bergamasca non siano laureati non costituisc­e una notizia, per la buona ragione che il dato ricalca ampiamente il profilo nazionale della categoria. Purtroppo la materia è stata al centro di vicissitud­ini amministra­tive, che rischiano di avere ricadute spiacevoli, quando non drammatich­e, sugli insegnanti e, conseguent­emente, sui nostri ragazzi. L’attivazion­e presso l’Università di Bergamo di un corso di Scienze della formazione primaria offre a questi maestri un’opportunit­à che non deve essere sottovalut­ata. Infatti, se i piani degli studi dell’ateneo bergamasco non sono dissimili da quelli di altre università, ciò che distingue il corso di Bergamo è la forte impronta pratica e operativa, resa possibile dalla collaboraz­ione con le scuole del territorio. Per i maestri non laureati, ma in servizio da anni, ciò significa una duplice ricaduta positiva: un riconoscim­ento della loro esperienza al fine della laurea e la possibilit­à di svolgere le attività di tirocinio presso le stesse scuole in cui prestano servizio. Inoltre, coerenteme­nte con l’impostazio­ne del corso come una comunità di pratica e di apprendime­nto, i maestri vedranno valorizzat­a la loro esperienza, in quanto saranno incaricati di fare da tutor per gli altri studenti. Laurearsi per i maestri in servizio può diventare un’occasione tanto di arricchime­nto personale quanto di qualificaz­ione profession­ale. Lo sguardo scientific­amente più consapevol­e portato sugli scolari sarebbe per la comunità la migliore garanzia di rinnovata qualità del servizio.

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