Corriere della Sera (Bergamo)

Porta Dipinta 51 posti auto

- Di Silvia Seminati

Dopo 13 anni il progetto per il parcheggio interrato in via Porta Dipinta si è sbloccato. Tanto è stato necessario per mettere d’accordo il Comune di Bergamo, il privato, la famiglia Maffeis, e la Soprintend­enza. I lavori per la realizzazi­one del parking, che potrà ospitare 51 auto, cominceran­no nel 2019 e dureranno per circa un anno.

L’iter lungo 13 anni Nella versione iniziale erano previsti 120 posti auto e l’accesso dalle Mura

Ci sono voluti 13 anni per arrivare a un progetto che mettesse d’accordo la Soprintend­enza, il privato e il Comune di Bergamo. Ora la costruzion­e del parcheggio interrato di via Porta Dipinta, in Città Alta, può iniziare, dopo un elenco infinito di atti, richieste e permessi bocciati. I primi scavi avevano da subito rilevato la presenza di numerosi reperti archeologi­ci: anche per questo ci sono voluti anni per ottenere il via libera (preliminar­e) della Soprintend­enza, arrivato il 2 agosto. Nelle prossime settimane gli architetti dello studio Balbo elaboreran­no il progetto. L’amministra­zione conta di riuscire a portare in consiglio comunale in autunno la convenzion­e del parcheggio, per arrivare tra gennaio e febbraio al permesso di costruire. I lavori dovrebbero durare un anno: si ipotizza che il parcheggio — pertinenzi­ale, con 51 posti auto e previsto nel Piano particolar­eggiato di Città Alta — potrebbe essere pronto nel 2020.

«Abbiamo acquistato l'area il 31 ottobre 2005 dal conte Moroni, che allora era ancora in vita — ricorda Matteo Maffeis —, ma la strada si è presentata subito in salita, perché con lo scavo archeologi­co abbiamo trovato resti romani». Per anni il progetto è stato bocciato perché la proposta è stata valutata come troppo invasiva. Nel 2008 era prevista la realizzazi­one di 120 posti auto con un intervento di scavo a cielo aperto e con l’ingresso da viale delle Mura. Nel 2012 c’era stata una seconda proposta che aveva ridotto i posti auto a 71 e previsto uno scavo da effettuare in galleria dal viale delle Mura, al di sotto dell’area archeologi­ca. «Il progetto — ricorda l’assessore Francesco Valesini — aveva avuto il parere favorevole della commission­e Paesaggio, ma poi era stato bocciato dalla Soprintend­enza». C’era stato anche uno strascico legale: il ricorso è tuttora pendente al Consiglio di Stato. «Con la nuova soluzione — dice Valesini — si evita di forare le Mura: questo era l’elemento che aveva sempre portato al diniego della Soprintend­enza. Da qui nasce la soluzione che risolve la questione, innanzitut­to ridimensio­nando il numero di auto, portandolo a 51, e realizzand­o l’ingresso con un montauto meccanizza­to a scomparsa, su una porzione molto ridotta di proprietà del Comune. Le auto entreranno e usciranno da lì. Come contropart­ita, l’amministra­zione si è resa disponibil­e a concedere la servitù perpetua di passaggio della sua area a fronte della cessione, da parte della proprietà, dell’ambito interessat­o dal ritrovamen­to dei reperti archeologi­ci».

Sull’area sono state fatte analisi archeologi­che e stratigraf­iche, e ricerche storiche. «Noi — dice il sindaco Giorgio Gori — abbiamo fatto del nostro meglio anche per andare incontro alle istanze del privato, però oggi abbiamo un risultato doppio, rendere fruibile un’area archeologi­ca di pregio e realizzare una riduzione del posteggio su strada». Nell’area archeologi­ca sono stati trovati manufatti romani a cui nel tempo è stato sovrappost­o un tessuto edilizio e un palazzo nobiliare (palazzo Calepio, poi Bottaini). «I reperti trovati — dice Francesco Macario, consulente del progetto — sono molto interessan­ti. Sono state recuperate tombe longobarde e di altra epoca, e sarebbe utile valutare con la Soprintend­enza la possibilit­à di valorizzar­e, nell’area in cui sono state trovate, queste presenze archeologi­che, e anche la lapide di Porta Dipinta. Ci sono pure due cisterne romane e le costruzion­i di alcuni muri medievali, e poi le cantine che inglobano all’interno delle murature costruzion­i precedenti, anche molto antiche». È previsto anche il restauro di alcuni ambienti sotterrane­i, che potrebbero essere trasformat­i in un’enoteca letteraria e spazi per le degustazio­ni. I visitatori scenderann­o tramite una scalinata e potranno osservare gli scavi anche attraverso una vetrata. «La copertura di queste aree — dice Francesca Balbo dello studio Balbo — sarà ripristina­ta a verde e verrà mantenuto inalterato lo stato dei luoghi. Ogni scelta progettual­e è stata valutata attentamen­te per ridurre l’impatto visivo e struttural­e sull’ambiente».

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 ??  ?? RenderingI visitatori potranno scendere negli ambienti ipogei (che verranno restaurati) tramite una scalinata e poi ammirare gli scavi archeologi­ci dietro una vetrata
RenderingI visitatori potranno scendere negli ambienti ipogei (che verranno restaurati) tramite una scalinata e poi ammirare gli scavi archeologi­ci dietro una vetrata

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