Cimitero islamico la battaglia al Tar «Il testo contestato dev’essere rivisto»
I giudici accolgono la richiesta di sospensiva
Dopo aver atteso parecchi mesi per riuscire a firmare la nuova convenzione sul cimitero islamico con il Centro di via Cenisio, al Comune la partita sembrava chiusa. Invece è (quasi) tutto da rifare. Il Tar, a cui si sono appellati alcuni gruppi islamici (diversi da quello che fa riferimento a via Cenisio e al suo presidente Mohamed Saleh), dà all’amministrazione 90 giorni di tempo per riesaminare il documento contestato e rielaborare il testo «coniugando i principi di libertà religiosa con le indefettibili necessità organizzative».
Al centro dello scontro c’è una parte del documento con cui il Comune ha destinato un’area del cimitero di via per Azzano alla formazione di un reparto speciale per la sepoltura dei defunti di religione islamica. A fare ricorso, sei cittadini musulmani, che contestano soprattutto l’articolo 9 della convenzione sul cimitero, quando dice che «nel Reparto speciale islamico del Cimitero di Colognola sono accolti tutti i defunti di quella religione per i quali ne venga fatta richiesta e di cui venga attestata preventivamente la professione della fede islamica da parte del Centro Culturale Islamico di Bergamo». Con la vecchia convenzione, il Centro Islamico si impegnava invece ad accogliere nel proprio cimitero tutti i defunti di quella religione che lo desiderano.
Secondo il Tar, che ha fissato la Camera di consiglio a fine anno, appare discriminatorio che tocchi a un’unica associazione privata, seppure autorevole, rappresentativa e titolata, certificare la fede professata in vita dai defunti. Secondo i giudici, proprio il principio di libertà religiosa non può precludere che un’analoga dichiarazione provenga da un’altra associazione o gruppo religioso. L’interesse pubblico alla verifica dell’utilizzo congruo di questo reparto del cimitero può, scrive ancora il tribunale, essere perseguito con altri accorgimenti, come una revisione «a posteriori». Il tribunale fa anche presente che questa impostazione tiene conto di una situazione che è diversa dal 2008, quando è stata stipulata la vecchia convenzione sul cimitero.
«Non capiamo perché — aveva spiegato nei giorni scorsi Idir Ouchikh, rappresentante dell’Associazione Musulmani, che ha firmato il ricorso insieme ad altri cinque islamici — tocchi al Centro islamico, che è un’associazione privata, attestare la professione di fede islamica di un defunto. Questa competenza potrebbe almeno essere estesa a tutte le quattro associazioni islamiche che hanno firmato con il Comune il Patto per l’Islam». Ora toccherà al Comune riesaminare il testo contestato e provare a riformulare l’articolo 9, accogliendo, se lo ritiene, i suggerimenti costruttivi delle associazioni islamiche. Quel passaggio contestato, aveva spiegato l’amministrazione, era stato fatto in quel modo perché il reparto islamico del cimitero è stato realizzato dal Centro di via Cenisio, a sue spese, e non dalle altre associazioni.
Novanta giorni È il tempo che il Tar concede al Comune di Bergamo per rielaborare il testo