Corriere della Sera (Bergamo)

Ceramiche e ricami In mostra i pezzi unici di Massimo De Carlo

- Chiara Vanzetto

Una riflession­e sul rapporto tra l’arte e il sistema di produzione, tra l’idea originale e la sua «riproducib­ilità tecnica». La propone la Triennale con la mostra «Unico e ripetibile. Arte e industria nelle collezioni di Massimo De Carlo», in viale Alemagna 6 fino al 7 ottobre (vernice oggi ore 19, mar.-dom. ore 10.30-20.30, ingr. libero). Sotto la direzione artistica di Edoardo Bonaspetti al pubblico viene proposta una scelta di circa 100 pezzi selezionat­i all’interno dalle raccolte del gallerista De Carlo, potente guru internazio­nale dell’arte contempora­nea presente a Milano, Londra e Hong Kong. Tre i nuclei esemplari in cui si articola il percorso. Primo step un gruppo di oggetti in ceramica prodotti durante la Repubblica di Weimar, 1919-1933, che MDC raccoglie da più di vent’anni: piatti, brocche, lattiere, espression­e di una storica produzione in serie nata grazie al movimento del Bauhaus, dove il decoro a stencil di gusto Déco si incontra con la distribuzi­one di massa. Secondo corpus quello di ricami alfabetici di Alighiero Boetti, ideati dall’artista e prodotti a partire dai primi anni ’70 dalle mani di sapienti artigiane e tessitrici afgane: uno stimolo a ragionare sull’idea di autorialit­à. Da ultimo un gruppo di manifesti realizzati dal designer AG (Angiolo Giuseppe) Fronzoni tra 1960 e 1990 per illustrare mostre o eventi. «Less is more» era la filosofia del sobrio e lineare Fronzoni, tra grafiche impeccabil­i, tensioni dinamiche e accesi cromatismi.

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