L’export cresce, nonostante Trump
Nonostante i timori, crescita verso 16 miliardi Tengono Cina ed Eurozona, in India +85,8%
L’export bergamasco continua a crescere nonostante le preoccupazioni per la politica protezionistica del presidente Donald Trump, che ha segnato il secondo trimestre di quest’anno, con parecchie preoccupazioni. Entro la fine di quest’anno la crescita delle esportazioni del made in Bergamo potrà fissarsi attorno ai 16 miliardi di euro di volume. Con una buona tenuta in Cina, in Europa e un’impennata significativa in India: più 85,8%, probabile frutto di una mega commessa. A fare la parte del leone è, come sempre, il comparto manifatturiero. Ma più in generale sembra sia tutto il circolo industriale dell’automotive non solo ad aver tenuto, ma anche incrementato i suoi risultati.
Alla fine del 2018 non è azzardato pensare che ci sarà ancora un robusto segno «+» a contrassegnare l’export bergamasco. Se il trend del secondo semestre dell’anno bisserà i risultati del primo la crescita potrà fissarsi ben oltre i 16 miliardi, in ulteriore crescita sul 2017 e molto vicino all’obiettivo del 2019. E questo malgrado i mal di pancia di un secondo trimestre che è stato sovrastato dalle preoccupazioni per la politica protezionistica di Trump: non è un caso se le esportazioni verso gli Usa sono in calo.
Bergamo tiene, inanellando il ventesimo trimestre consecutivo di crescita e risultando — secondo l’Istat — tra le province più performanti d’Italia con Milano, Brescia e Varese proprio nel periodo ricompreso tra aprile e giugno. Sono queste province della Lombardia — evidenza ancora l’Istat — che contribuiscono in misura più marcata alla crescita su base annua dell’export nazionale nel primo semestre 2018. Da tener presente che per il Nord Ovest si è rilevata una flessione, seppur contenuta (-0,5%).
Tornando a Bergamo. Su base trimestrale si registrano volumi in crescita per oltre 260 milioni di euro, passando da 3 miliardi e 950 milioni a 4 miliardi e 218 milioni di euro (+6,8%). Un dato che si riflette quasi in fotocopia anche sul semestre, anno su anno: qui la percentuale di crescita si è fissata al 6,6% con un valore complessivo che supera abbondantemente gli 8 miliardi, mentre sullo stesso periodo del 2017 si era fermato a 7 miliardi 660 milioni. Si esporta di più e pure si importa di più per circa 500 milioni di euro (su base semestrale Bergamo è passata da 4 miliardi e 500 milioni a poco meno di 5 miliardi).
A fare la parte del leone è, come sempre, il comparto manifatturiero (oltre 4 miliardi a suo appannaggio) nel secondo trimestre. A ben guardare le percentuali di incremento, soprattutto su base semestrale, sembra che sia tutto il circolo industriale virtuoso dell’automotive ad aver non solo tenuto, ma anche incrementato le performance, secondo la concatenazione dei segmenti: macchine+mezzi di trasporto+gomma-plastica. Quest’ultimo ambito segna una crescita a doppia cifra (+11,4%) mentre ancora più convincente è il risultato conseguito da tutto ciò che fa metallo (escluse macchine e impianti) con una percentuale di crescita del 15,3%. In terreno ampiamente positivo (+9,4%) anche i macchinari e apparecchi che intervengono sui processi di lavorazione e i mezzi di trasporto (+8,6%). Un dato questo dove si può leggere in filigrana l’apporto innovativo e (con)vincente dell’industria 4.0.
In flessione, invece, l’agricoltura (-4,3%) e la produzione di legno e carta (-5,8%), mentre gli alimentari sono in sostanziale tenuta (+0,4%). Guardando al mappamondo: l’America settentrionale è in flessione (-3,9% su base semestrale) ma saranno i prossimi mesi a chiarire la situazione e il trend, in particolar modo degli Stati Uniti (-7,2%), mentre è stabile la Cina (+0,6%). In tenuta l’Eurozona, con Germania (+7,5%) e Spagna (+12,6%) in evidenza. Stratosferica l’India con un +85,8% probabile frutto di qualche mega commessa.
Trimestrale Nel breve periodo, volumi di crescita per oltre 260 milioni di euro: +6,8%