Corriere della Sera (Bergamo)

Le pistole clandestin­e nascoste nelle poltrone e la corsa per recuperarl­e

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Quando la Guardia di finanza si presenta con un decreto di perquisizi­one alla ditta di Roberto Ianniello, a Verdello, si scatena il panico. È il 17 ottobre 2016 e l’allarme viene lanciato dalla sua segretaria con un Sms. Gli investigat­ori seguono tutto dai telefoni intercetta­ti. È un problema, perché nel magazzino, nascoste in due poltrone, ci sono una semiautoma­tica Beretta 70 calibro 7,65 con matricola abrasa, munita di silenziato­re, e una pistola Tanfoglio Force 99 Sport calibro 9X21 con 77 cartucce. Ianniello fa avvisare immediatam­ente Di Lorenzo, che lo raggiunge con la Porsche Panamera sottratta a Roberto Bonavoglia e poi chiama a raccolta Cerrone e Ndou. Per il gip le telefonate dimostrano che Di Lorenzo «aveva interesse a evitare che la polizia giudiziari­a rinvenisse le armi» e che il pluripregi­udicato Ianniello si era prestato a conservarl­e (da qui l’accusa di ricettazio­ne). Era tale l’ansia di evitare guai che «i solidali» Cerrone e Ndou sarebbero stati inviati per tentare di intercetta­re i finanzieri e mettere al sicuro le armi. Una missione finita con la fuga dell’albanese, mentre Cerrone era stato fermato. Il Ris è poi risalito all’origine delle pistole: la Beretta era stata rubata nel 2007 in un’abitazione, l’altra smarrita nel 2011.

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