Corriere della Sera (Bergamo)

I PROGETTI BLOCCATI E IL DOPO GENOVA

- Di Fabio Paravisi

Il ponte di Calusco ha la stessa età della Torre Eiffel e le somiglia anche. Con la differenza che sul maxitralic­cio di Parigi non passano treni né auto. Si sa da tempo che il ponte «San Michele», costruito in epoca di carretti e carrozze, è inadatto al traffico di oggi. Tanto che i treni che lo percorrono rallentano a passo d’uomo e i convogli hanno un limite di peso. Le Ferrovie, proprietar­ie della struttura, avevano anche bandito un concorso per un ponte parallelo: il progetto vincitore sta prendendo polvere in un cassetto dalla fine degli anni Ottanta. Da allora chi si occupa del ponte procede tra interventi di «recupero, controllo e consolidam­ento» come quelli che erano previsti per i prossimi mesi. Con tutta la dovuta calma necessaria a muovere le macchine di stanziamen­ti e appalti. Ma a dare uno scossone agli ingranaggi sono arrivate due tragedie nel giro di pochi mesi: prima il deragliame­nto di Pioltello e poi lo sbriciolam­ento del ponte Morandi di Genova. Due tragedie che hanno sconvolto l’Italia, con il loro carico di vittime ma anche di recriminaz­ioni. Tanto che ora l’oscillazio­ne del cursore di un meccanismo di rilevament­o fa scattare la chiusura del ponte. Giustissim­o, la sicurezza prima di tutto. Ma è la prima volta che succede in tanti anni. E a chi da oggi si troverà davanti un cartello di deviazione resterà il dubbio: quel cartello ci sarebbe stato anche senza la tragedia di Genova?

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