Corriere della Sera (Bergamo)

La giurata Sandrelli «I corti una palestra per la creatività»

L’attrice è giurata nella rassegna di Lovere in programma da lunedì

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Attrice di successo e mamma realizzata, figlia di due genitori «importanti». Amanda Sandrelli è attesa nella giuria di CortoLover­e, diretta da Gianni Canova e presieduta da Bruno Bozzetto, la più longeva rassegna dedicata alla narrazione breve, che torna per l’edizione numero 21, dal 24 al 29 settembre. Oltre a lei, il compito di giudicare gli short film, spetterà ad Antonio Albanese, nella veste di presidente, al regista e sceneggiat­ore Alfredo Fiorillo che sul Lago d’Iseo ha girato il thriller «Respiri» con Alessio Boni, al giornalist­a Luca Barnabè e all’attrice e regista Giorgia Würth. Quest’ultima firma il documentar­io dedicato a Sandra Milo, che sarà al festival per ricevere il riconoscim­ento «Signora del Lago» e incontrare il pubblico, sabato 29, alle 21 al Crystal.

«I corti sono un’ottima palestra per cominciare, il modo migliore per mettere in mostra la creatività con un costo contenuto, anche se il linguaggio breve non è semplice», ammette la Sandrelli che nel 2004 ne ha girato uno, «Un amore possibile». La storia racconta uno scintillio che colpisce un ragazzino di 8 anni e una donna di 30. «L’idea mi è venuta mentre ero ferma a un semaforo e ho incrociato lo sguardo di un bambino, da inguaribil­e romantica, mi piacciono gli amori sballati tra persone all’apparenza inadeguate e per questo incondizio­nati, un po’ come nel film “Harold and Maude”, tra un diciottenn­e e una signora di 80 anni», ammette l’interprete che sarà omaggiata con la proiezione, mercoledì 26, alle 22.30, di «Strana la vita» di Giuseppe Bertolucci. A Bergamo Amanda Sandrelli è di casa: ha calcato il palco del Teatro Donizetti diverse volte, l’ultima cinque anni fa, in «Oscar e la dama in rosa»: «Ero sola, su una seggiolina, davanti a me c’era una platea immensa». Altri ricordi sono legati all’infanzia, quando viveva a Milano. «Tra gli 8 e i 15 anni, la scuola organizzav­a le vacanze sugli sci a Castione della Presolana, mi piacevano tanto e il destino vuole che ci torni spesso perché il mio compagno ha una casa in paese, amo la valle». Nonostante il mestiere di attrice la porti in giro per la Penisola, Amanda riesce a organizzar­e gli impegni con la gestione dei figli, Francisco, 14 anni, e Rocco, 20. «Ora sono grandi, non manco loro più così tanto come una volta», sorride.

Il debutto al cinema è avvenuto con «Non ci resta che piangere» del 1984 con Massimo Troisi e la regia di Roberto Benigni, poi era al fianco della madre Stefania, in «L’attenzione» diretta da Giovanni Soldati. Insieme al padre, Gino Paoli, ha interpreta­to la canzone «La bella e la bestia» nel 1991, mentre a teatro è approdata accanto all’ex marito Blas Roca Reya. E ancora, ha girato la fiction «Io e mamma» con Stefania che l’ha diretta nel suo primo film da regista, «Christine Cristina», condividen­do poi la tournée teatrale per «Il bagno». «L’unico consiglio di mia mamma è essere riposata, sono tempi lunghi, snervanti — spiega —. Lei è sempre a mille, allegra, esuberante. È una che si gode la vita. A teatro è diverso, in quelle due ore, dai tutta te stessa, ti consegni al pubblico».

❞ In giuria I corti, dal costo contenuto, sono ottimi per iniziare, anche se il linguaggio breve non è semplice Amanda Sandrelli

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