Corriere della Sera (Bergamo)

San Michele all’Arco «Gli affreschi, un capolavoro»

A San Michele all’Arco è stato completato il restauro degli affreschi del Carloni In autunno apertura straordina­ria e mostra

- Morandi

«È una chicca nascosta», commenta la restauratr­ice Silvia Baldis, al termine dei lavori di ripristino e messa in sicurezza degli affreschi della cupola e del soffitto di San Michele all’Arco, una delle chiese più antiche della città. Quasi mai accessibil­e al pubblico, essendo sede dell’emeroteca dell’adiacente biblioteca Angelo Mai. Ieri e oggi la rimozione del ponteggio necessario per il restauro che è durato quasi dieci mesi e ha riportato alla luce la cromia del ciclo di affreschi realizzato da Carlo Innocenzo Carloni tra il 1752 e il 1757.

I lavori

«Dopo attente indagini diagnostic­he, abbiamo rimosso, con una pulitura fatta con carta giapponese e impacchi, la pellicola fissativa che offuscava di grigio i colori. Sono poi stati fatti interventi di stuccatura e di integrazio­ne pittorica. Ora la cromia ha acquistato tridimensi­onalità — prosegue la restauratr­ice —, valorizzan­do la capacità artistica del pittore». Ed è tripudio di gialli, verdi, rosa, azzurri usati per raffigurar­e arcangeli, profeti e San Michele che scaccia gli angeli ribelli. I lavori di ripristino sono stati realizzati grazie a una campagna di raccolta fondo lanciata l’anno scorso dalla sezione di Bergamo di Italia Nostra, che raccolse 20 mila auro, a cui si sono aggiunti 30 mila euro stanziati dal Comune.

«Siamo contenti di essere riusciti a salvare dal rischio di perdita l’intero ciclo d’affreschi. Purtroppo, c’erano diverse lacune e macchie bianche dovute a infiltrazi­oni d’acqua — dichiara Serena Longaretti di Italia Nostra —. È stato riportato alla piena godibilità un tassello prezioso del patrimonio artistico cittadino. L’augurio è che si realizzi quanto prima un restauro completo della chiesa, un controllo frequente della copertura, l’installazi­one di un minimo impianto di deumidific­azione, per evitare di vanificare nel giro di breve il lavoro svolto, e una più adeguata collocazio­ne dell’emeroteca della Mai».

Nuova vita

La chiesa è di proprietà della Parrocchia del Duomo, ma una convenzion­e siglata nel 1991 ne ha sancito l’uso da parte del Comune alla simbolica cifra di mille lire all’anno fino al 2020. Affacciata su Piazza Vecchia, ha smesso di ospitare il culto nel 1955 e oggi è sede dell’emeroteca della Mai. Spesso interdetta al pubblico, è stata aperta nel 2016 per la mostra «Babel» di Contempora­ry Locus, ma Italia nostra fa sapere che in autunno saranno organizzat­e una sua apertura straordina­ria, una mostra e la proiezione di un filmato realizzato da Sara Rossi per documentar­e il restauro.

❞ È stato riportato alla piena godibilità un tassello prezioso del patrimonio cittadino Serena Longaretti Italia Nostra

 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy