«Bus elettrici per Città Alta»
Alcuni nodi per la salita e per la ricarica. E i dati vanno online.
La premessa è del direttore generale di Atb, Gianni Scarfone: «Abbiamo in mente un progetto, ma siamo allo stadio zero». L’idea però c’è, così come l’intenzione di iniziare presto a studiarla. «La Linea 1, quella che va in Città Alta, sarà oggetto — dice il dg — di valutazioni tecniche e progettuali per ipotizzare se non una completa almeno una parziale elettrificazione del servizio. Non si tratta di attivare una linea, ma di introdurre un sistema, come abbiamo fatto con la Linea C». In questo caso, però, tutto è più complesso: la Linea 1 ha alcune diramazioni e, soprattutto, viaggia in salita per arrivare in Città Alta. «Questo progetto — dice Scarfone — comporterà una ristrutturazione della Linea 1. Bisognerà identificare quale componente della Linea 1, intuitivamente dovrebbe essere quella cittadina, verrà organizzata con gli autobus elettrici. C’è poi una criticità importante, il fatto che la Linea 1 affronti una salita: serve una potenza adeguata. Esistono soluzioni che oggi funzionano e che potrebbero essere prese in considerazione per la Linea 1, cioè prevedere non il sistema di ricarica plug-in nel deposito, ma il sistema di ricarica al capolinea attraverso il pantografo. Per portare una linea elettrica in Città Alta bisogna capire che potenza bisogna installare sugli autobus, e poi se e come si riesce a portare una sottostazione elettrica in Città Alta che sia in grado di alimentare gli autobus». Il cronoprogramma però è ancora tutto ipotetico. «Se ci vorrà un anno per studiare il progetto — dice Scarfone — ci vorrà poi un altro anno e mezzo per realizzarlo. Siamo nell’ordine di due o tre anni».
Ci vorrà meno, invece, per in città i due nuovi autobus elettrici che verranno messi in servizio sulla Linea C: Atb — che vuole convertire l’intera flotta in mezzi elettrici o a metano entro il 2025 — ipotizza che potrebbero arrivare nella seconda metà del 2019. L’anno prossimo comincerà anche a concretizzarsi il progetto del biglietto elettronico integrato. «Questa vicenda — spiega Scarfone — è condizionata dal fatto che il sistema Bergamo dev’essere interoperabile a livello regionale. Si sta discutendo su come coordinare questa operazione. Noi nel corso del 2019 avremo la fornitura dei vari componenti del sistema, dai convalidatori a bordo al concentratore di deposito. Questo sistema prevederà anche il monitoraggio degli autobus».
Atb, che è nata nel 1907, guarda al futuro, ma pensa anche alla storia che si lascia alle spalle. E sintetizza tutto in un sito web (www.atbinchiaro.it), in una pubblicazione cartacea e in alcuni video che raccontano com’era l’azienda, com’è oggi e come sarà. Il progetto è stato realizzato in collaborazione con Twig Srl, società specializzata nell’analisi e nella comunicazione dei dati. «Credo che 111 anni di storia aziendale di successo meritino — dice Alessandro Redondi, presidente di Atb — un nuovo strumento di comunicazione che racconti il presente e mostri la prospettiva di sviluppo del futuro. I risultati parlano di un Gruppo in crescita, forte di un patrimonio di bilancio importante e di valore grazie soprattutto alportare le 400 persone che ogni giorno collaborano con il Gruppo, la vera forza di Atb». Per Scarfone, «Atb InChiaro è prima di tutto un progetto di trasparenza e di restituzione al territorio, un lavoro di sintesi che racconta le azioni concrete, gli investimenti e le scelte operate nelle diverse attività del Gruppo sempre più orientato verso l’obiettivo di una mobilità integrata».
Nei numeri in evidenza, anche quelli sul bike sharing: ci sono 1.075 tessere attive e nel 2017 ci sono stati 124.025 prelievi. «La BiGI — dice Redondi — non soffre la concorrenza della Mobike. Per ora, sono due servizi complementari, per questo non subiamo la concorrenza del servizio di free floating».
❞ Città Alta pone alcune questioni per l’elettrico, legate alla strada in salita e alle modalità di ricarica dei bus Gianni Scarfone dg Atb