Corriere della Sera (Bergamo)

In mostra Testori e il suo amore per la storia dell’arte

- R.S.

Se non ci fossero state le sue scorriband­e nelle chiese e sacrestie alla ricerca di preziose tele, l’arte lombarda del ‘500 non sarebbe diventata universale, approdando al Louvre. A lui si deve la scoperta del Moroni a Bergamo, ma anche di Moretto, Romanino e Savoldo a Brescia. A 25 anni dalla morte, Giovanni Testori è celebrato a Treviglio per una settimana. Al progetto hanno collaborat­o il Comune, il festival DeSidera e l’associazio­ne intitolata allo scrittore, critico d’arte e drammaturg­o. Il primo appuntamen­to è per stasera, alle 21, al Tnt, con Luca Doninelli che parlerà del suo libro «Una gratitudin­e senza debiti. Giovanni Testori, un maestro». Nel raccontare la storia della loro lunga amicizia, Doninelli fa emergere anche l’umanità e i consigli del suo maestro. «Mi spingeva a sbagliare per fare giusto, a scrivere male per farlo bene, perché un’opera d’arte nasce dall’imperfezio­ne». All’esterno del Tnt, fino al 27, rimarrà, invece, allestita la mostra a pannelli «Giovanni Testori, una parola appassiona­ta» che ne illustra la vita e l’opera attraverso foto e citazioni che riguardano la genesi del «Macbetto», opera teatrale scritta per Franco Parenti. Al museo civico Della Torre sarà inoltre possibile ammirare, in dialogo con la collezione permanente, quattro opere riferite al periodo del Macbetto: «Nudo», «Ritratto di donna», «Gatto» (foto) e «Pugilatore IV». Giovedì 27, alle 21, al Tnt, l’evento più importante, la prima lombarda di «Macbetto o la chimica della materia. Trasmutazi­oni da Giovanni Testori» con la regia di Roberto Magnani, per il Teatro delle Albe-Ravenna Teatro. La riscrittur­a dell’opera shakespear­iana che impasta latino, francesism­i e dialetti lombardi, proprio per la sua complessit­à, non è rappresent­ata da trent’anni. Tutti gli eventi sono a ingresso libero.

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