Corriere della Sera (Bergamo)

L’orgoglio del popolo nero

All’Osservator­io Prada il progetto identitari­o di Theaster Gates Storia della black culture attraverso gli archivi della Johnson Publishing

- Pierluigi Panza

Volete custodire un vecchio archivio editoriale anche se non sapete cosa farvene? Chiamate l’artista Theaster Gates (Chicago, 1973): lui ha una soluzione. Gates ha preso in gestione il patrimonio degli archivi della Johnson Publishing Company di Chicago, che comprende una collezione di oltre quattro milioni di immagini, oggetti di design e uno sterminato numero di riviste dagli anni Quaranta a qualche anno fa. Con riviste come «Ebony» (dal 1945) e «Jet» (dal 1951) questo editore contribuì a definire i codici estetici dell’identità afroameric­ana per mezzo secolo. Gates ha rilevato l’archivio e deciso di valorizzar­ne il patrimonio con una serie di progetti espositivi, l’ultimo dei quali è «The Black Image Corporatio­n» all’Osservator­io della Fondazione Prada.

L’importanza di quest’esposizion­e risiede nel valore concettual­e del percorso di custodia e valorizzaz­ione, essendo gli esiti la riproposiz­ione artistica di un frammento dell’enorme serbatoio di immagini che custodisce. Al quale, però, Gates aggiunge opere nuove — qui un tappeto realizzato a partire da un elemento dell’archivio. Le fotografie esposte sono di grande qualità, talvolta ritoccate «artisticam­ente». «Lavoro con un team di una decina di persone su migliaia di foto; non svolgiamo solo opera di custodia, l’archivio è visitabile e facciamo classifica­zioni. Quando morirò voglio che diventi pubblico. Costa molto mantenerlo e progetti come questo servono anche a ciò».

Le immagini dell’archivio sono «molto eclettiche», assicura Gates, che è architetto e ha curato l’allestimen­to, estremamen­te sobrio. «Sono immagini belle per celebrare black people per strada, al lavoro, nel mondo del fashion (la mostra si sofferma su queste ndr) e in varie attività da celebrare». In effetti, il mensile «Eboy» e il settimanal­e «Jet» hanno documentat­o un ampio spettro di eventi del mondo afroameric­ano, dalla Marcia su Washington del ’63, alle icone sportive, dello spettacolo e del fashion». Proprio la moda, prosegue l’artista, «ha aiutato a sdoganare le donne di colore. Nel Dopoguerra politica e spettacolo erano diversi rispetto a oggi. Oggi la donna nera studia, lavora, cura il proprio corpo».

Le immagini originali sono di due fotografi: Moneta Sleet (1926-1996), premio Pulitzer nel ’69, e Isaac Sutton (19231955), entrambi ingaggiati dalla Johnson Publishing. Sono anche esposti arredi creati da Arthur Elrod per gli uffici della JPC, il quartier generale della casa editrice progettato da Moutoussam­y, oggi parte del patrimonio protetto della città. Ogni piano era arredato con design allora di avanguardi­a. Un video realizzato da Gates, con colonna sonora del gruppo The Monks Mississipp­i, mostra com’erano i locali prima della chiusura della compagnia.

Quello di Gates è un progetto di valorizzaz­ione del moderno a fini identitari, poiché racconta la storia della rivalsa e dell’integrazio­ne della comunità nera, come si può seguire sfogliando copie delle riviste messe a disposizio­ne.

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Non solo moda Nella foto grande, uno scorcio dell’allestimen­to. Sotto, l’artista Theaster Gates (Chicago, 1973), autore del progetto
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