«Il taser? A noi servono risorse»
Il vicesindaco Gandi e le promesse di Salvini «Vorrei sapere se è uno strumento sicuro Il ministro ci garantisca più assunzioni»
Palafrizzoni avanza richieste per la sicurezza, in mezza giornata il Viminale dice di sì e ci aggiunge la novità del taser: eppure, dietro questa collaborazione, apparentemente rapida ed efficace, resta forte la diffidenza da parte della giunta verso le promesse di Matteo Salvini. Il ministro dell’Interno ha detto che, con il decreto sicurezza, anche la polizia locale di Bergamo avrà la possibilità di utilizzare il taser, la pistola elettrica che paralizza i movimenti di chi viene colpito. La novità però non convince il vicesindaco e assessore alla Sicurezza Sergio Gandi: «Sono un po’ perplesso, perché non sono sicuro che sia uno strumento affidabile. Vorrei essere rassicurato da qualcuno sul fatto che non è pericoloso. Al ministro avevamo chiesto più risorse, non il taser. Mi interessa di più avere le condizioni per assumere personale. Anche perché gli arresti vengono già fatti dalla polizia locale. Il punto è avere i fondi per assumere ancora».
Al di fuori della polemica politica, del taser l’amministrazione non ha ancora parlato con i vigili. «Nel merito — dice Gandi — ne discuterò con il comando, vedremo». Al rappresentante sindacale dei dipendenti comunali — e quindi anche della polizia locale — l’idea non dispiace, ma con qualche precisazione. «Se il taser è uno strumento in più da utilizzare prima di arrivare all’uso di un mezzo più invasivo come lo è un’arma da fuoco, allora ben venga — dice Natalino Cosentino —. Con il Comune non ne abbiamo ancora parlato. Personalmente, credo però che sia necessario formare il personale. E non solo per sapere come funziona, ma anche per capire qual è il giusto approccio psicologico da avere quando lo si utilizza. Con chi va utilizzato? E con chi dev’essere evitato? Quando si utilizza uno strumento, soprattutto se è nuovo e non lo si conosce, la formazione è necessaria». Prima bisogna però capire come si comporterà l’amministrazione quando i vigili potranno usare la pistola elettrica. «Il timore — dice Gandi — è che dietro a spot come il taser si possa nascondere la mancanza di volontà di aiuto concreto per i Comuni a cui si stanno scaricando responsabilità in più. Cosa che sarebbe piuttosto deludente se consideriamo quanto sul tema sicurezza si esprima quotidianamente il ministro Salvini. Speriamo non sia così».
Nei giorni scorsi Gandi, insieme al sindaco Giorgio Gori, aveva scritto al ministro anche per chiedere l’estensione del Daspo. «La risposta del ministro — dice Gandi — presenta elementi positivi e altri sui quali nutro delle perplessità. Valuto positivamente l’apertura all’accoglimento delle nostre richieste. La speranza è che il ministro stia di fatto parlando di assicurare maggiori risorse e l’estensione del Daspo urbano: si tratta di una misura che vorremmo utilizzare in alcune aree in cui i nostri concittadini ci segnalano situazioni di degrado o di microcriminalità e certamente il Daspo potrebbe essere uno strumento in più nelle mani della polizia locale. Il fatto che non ci sia un esplicito riferimento da parte di Salvini a maggiori fondi e risorse per far fronte all’aggravio che le linee guida del ministero prevedono per gli enti locali e che, di fronte alle nostre richieste, ci siamo sentiti rispondere con il taser, genera perplessità».
Il sindacalista Cosentino: «Il taser può essere uno strumento in più ma serve formazione»