Melone retato, 130 anni di solidarietà È l’azienda più antica della provincia
Calvenzano, festa per la seconda coop più anziana d’Italia. Un progetto con le scuole
Due giorni di festa, oggi e domani, per i suoi 130 anni di vita: un traguardo importante per la Cooperativa agricola di Calvenzano che vanta il record di prima azienda iscritta alla Camera di Commercio di Bergamo e seconda cooperativa più anziana d’Italia. Una lunga storia che in realtà inizia un anno prima.
Nasce nel 1886, come Società maschile di mutuo in prestito. All’assemblea generale di fondazione partecipano 29 soci, tutti contadini o piccoli artigiani tranne un maestro, di 17 anni. Presidente viene nominato Andrea Zoglio e segretario proprio il maestro che corrisponde al nome di Giuseppe Facchetti e che 10 anni dopo creerà l’omonimo collegio, a Treviglio. La firma dello statuto avviene in una stanzina dopo che per mesi il progetto, per i tempi rivoluzionario, era stato discusso ai tavoli dell’osteria Blini. L’epoca è di forti cambiamenti sociali e l’obiettivo è dare una dignità alle classi più povere, garantendo un lavoro e un tetto. Per statuto, chi si dedica all’ozio sarà cacciato. Il progetto, però, trova forti resistenze nell’establishment anche per la promozione sociale e l’educazione che promuove. La cooperativa, già nel primo anno, crea una scuola estiva e una biblioteca itinerante, poi la banda musicale. È nel 1887 che la Società diventa effettivamente cooperativa agricola, per poter acquisire 887 pertiche di terreno messe in vendita da un nobile. Un acquisto contrastato fino all’ultimo anche dalla parrocchia, che schiera in campo una cordata di piccoli proprietari.
«La cooperativa nacque per dare terra da lavorare, una stalla per due o tre mucche, un’abitazione ai braccianti e almeno un pasto al giorno — racconta il presidente Adriano Cincinelli —. Una realtà da “albero degli zoccoli” durata fino ai primi anni ‘60, quando è decollata l’industrializzazione. Allora i contadini hanno iniziato a fare gli operai o gli impiegati. La nostra storia ci insegna che cambiano le esigenze ma gli ideali rimangono gli stessi. Oggi, dei nostri 230 soci, per la maggior parte discendenti dei fondatori, solo 10 fanno gli agricoltori. La cooperativa ha ancora 1.700 pertiche milanesi di terreni, 8 corti agricole e 70 appartamenti. Il nostro compito è da un lato conservare il patrimonio e dall’altro passare a una nuova generazione questo tesoro di storie: in un’epoca di solitudini, il sostegno reciproco di quei poveri contadini è un messaggio vivo».
Il progetto della rinascita del melone di Calvenzano va in questa direzione. «È un prodotto tipico del nostro paese — spiega Cincinelli — e dopo aver ottenuto il presidio Slow Food dall’anno prossimo avrà anche una coltivazione significativa con un raccolto di 100 quintali da trasformare in liquore e marmellate. Proprio con l’obiettivo di tramettere il germe della cooperazione, stiamo chiedendo alle scuole di collaborare e portare i bambini a piantare un melone e vederlo poi crescere».
Il rilancio passa dalla conservazione della memoria: il nipote di Giuseppe Facchetti, l’ex senatore Beppe Facchetti, sta scrivendo una rappresentazione teatrale in dialetto che metterà in scena l’epoca e la fondazione della cooperativa.
Dal 20019 Un raccolto di 100 quintali verrà destinato a liquori e marmellate