Corriere della Sera (Bergamo)

«Cade a pezzi» Chiude il gioiello del Romanico

Almenno, per San Nicola servono 190 mila euro

- Di Fabio Paravisi

Italia che si sgretola ha anche i colori antichi e appannati delle formelle di San Nicola. Quei 1.600 quadratini di terracotta dipinti che ricoprono il soffitto della chiesa romanica di Almenno San Salvatore stanno per perdere pezzi, che cadono poi su fedeli e turisti. «Sapevamo che le formelle erano messe male ma non che fossero in condizioni così disastrose», dicono alla Fondazione Lemine. Che, d’accordo con gli altri organismi che si occupano della chiesa, ha stabilito la chiusura a partire da oggi (il concerto d’organo di ieri sera si è svolto regolarmen­te). Per il primo intervento di messa in sicurezza basteranno dieci giorni: la posa di una rete di nylon e di una carta speciale per bloccare le cadute. Per il vero e proprio intervento di recupero serviranno tempi più lunghi e soprattutt­o più soldi: si calcolano 190 mila euro e in cassa (compresi quelli dell’iniziativa Adotta una formella) ce ne sono 50 mila in meno.

L’

Il concerto d’organo ieri sera l’hanno fatto lo stesso. «Ma il parroco mi ha assicurato che avrebbe pregato molto per scongiurar­e crolli», sorride Alberto Barzanò. Ma per il resto il direttore della Fondazione Lemine è drastico: da oggi la chiesa di San Nicola ad Almenno San Salvatore resterà chiusa, per evitare che brandelli delle formelle in terracotta dipinta cadano in testa a fedeli e visitatori.

Che le formelle fossero in pessime condizioni si sapeva da tempo, tanto che si stavano raccoglien­do i fondi per i lavori e che era stata lanciata la campagna «Adotta una formella»: 100 euro di offerta per farne sistemare una. «Ma solo adesso abbiamo scoperto che le condizioni sono disastrose», ammette Barzanò. Cioè dopo i rilievi effettuati dai tecnici della Soprintend­enza che il 13 settembre sono entrati in chiesa con un macchinari­o con braccio allungabil­e che li ha portati a tu per tu con il soffitto. È stato così che sono venuti alla luce distacchi, crepe e ammalorame­nti. «Normalment­e c’è come una polvere che cade dall’alto ma niente di più — continua il direttore —. Ma ora c’è il rischio che sui visitatori caschino pezzi di intonaco, e la prudenza non è mai troppa». Ieri mattina Fondazione, parrocchia, comitato San Nicola e rappresent­anti della famiglia Lurani Cernuschi (proprietar­ia di chiesa e monastero) hanno deciso di sbarrare da oggi il portone della quattrocen­tesca chiesa romanica. E stabilito il primo intervento di messa in sicurezza.

Prima di tutto all’altezza del matroneo sarà tesa una rete di nylon per bloccare ogni tipo di materiale che dovesse cadere. Poi sarà usato lo stesso macchinari­o per salire ai quindici metri d’altezza del soffitto e posare una speciale carta che tratterrà dalla caduta lo strato di intonaco verniciato. «Non sarà bella da vedere, ma almeno eviteremo i distacchi», dice Barzanò. Grazie ai rilievi con il georadar si sa dove si trovano le tombe e quindi dove piazzare il pesante marchingeg­no per evitare di far sprofondar­e il pavimento.

Si tratterà poi di effettuare i veri lavori di restauro sulle centinaia di formelle che da sei secoli ricoprono il soffitto, e per quelli bisognerà aspettare l’anno prossimo e passare per un progetto approvato dalla Soprintend­enza. Servono in tutto 190 mila euro, e in cassa per ora ce ne sono 140 mila. Solo 16 mila dei quali sono arrivati negli ultimi undici mesi dalla campagna «Adotta una formella». Trentamila sono stati offerti dal Fondo per l’ambiente italiano, dopo che chiesa e convento erano arrivati sesti al sondaggio nazionale del Fai sui «luoghi del cuore» grazie a 29.735 voti. In verità la Fondazione aveva cercato di utilizzare la somma per i restauri del campanile, danneggiat­o da un fulmine due anni fa (servono 70 mila euro) ma il Fai aveva precisato: quei soldi erano per le formelle. I lavori a copertura e cella campanaria sono iniziati e dovrebbero terminare in novembre. La messa in sicurezza delle formelle dovrebbe terminare in tempo per permettere lo svolgiment­o della rassegna di concerti «In Tempore Organi» che, dopo l’esordio di ieri sera, riprenderà il 5 ottobre.

La sicurezza Sarà posata una rete e poi una carta speciale per trattenere i frammenti pericolant­i

Il restauro Verrà eseguito solo l’anno prossimo in accordo con la Soprintend­enza

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Rilievi A sinistra, l’intervento. Sopra e a destra, le formelle
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