Corriere della Sera (Bergamo)

Berera e Cattaneo finiscono in carcere

La Suprema Corte: per gli ex sindaci di Foppolo e Valleve non bastano i domiciliar­i

- Di Maddalena Berbenni

Vanno in carcere gli ex sindaci di Foppolo e Valleve, Giuseppe Berera e Santo Cattaneo. Lo ha deciso la Cassazione a cui aveva fatto ricorso la difesa prima dell’estate. È la prima parte dell’inchiesta, legata alla presunta associazio­ne a delinquere, alla turbativa d’asta, alle truffe alla Regione e alla concussion­e all’imprendito­re Franco Quarti. Sono stati disposti inoltre i domiciliar­i per Sergio Lima.

Altro giro, e quasi è difficile tenere il conto delle spedizioni delle pattuglie in Alta Val Brembana. Ieri mattina è stato per portare in carcere l’ex sindaco di Foppolo Giuseppe Berera, 50 anni, e quello di Valleve Santo Cattaneo, 65, entrambi anche ex amministra­tori della Brembo Super Ski (Bss), la società pubblica degli impianti sciistici attorno a cui ruota l’intera vicenda. Dall’episodio, che ancora è un mistero, dell’incendio doloso alle seggiovie a quello più incredibil­e dei 750 mila euro partiti alla volta di Hong Kong. Dalle valigette di contanti consegnate in pieno centro città alle truffe alla Regione e poi l’ipotesi della concussion­e ambientale e quella degli assegni usciti dalla controllat­a per pagare parte delle rate di casa Berera.

La decisione della Cassazione arriva cinque mesi e mezzo dopo l’ordinanza del gip Bianca Maria Bianchi, che si era fermata ai domiciliar­i. Anche la tempistica ha un peso. In questo caso per gli indagati può voler dire tornare a casa con una misura meno afflittiva già a metà ottobre, perché i termini per la custodia cautelare per i reati contestati scadono a sei mesi dall’applicazio­ne della misura.

Era il 16 aprile. Poi sono seguiti i ricorsi incrociati di accusa e difesa, la stoccata del Riesame che già prima dell’estate aveva ordinato il carcere e l’estremo tentativo dei sindaci andato a vuoto dopo la discussion­e a Roma, martedì. L’avvocato Enrico Pelillo, che in questo momento sceglie il silenzio, ha insistito sull’alternativ­a dei domiciliar­i con braccialet­to elettronic­o e messo in discussion­e in particolar­e i capi d’accusa non riconosciu­ti dal primo giudice, che è logico abbiano avuto un peso, invece, per la Cassazione (le motivazion­i non sono ancora state depositate): la concussion­e all’imprendito­re Franco Quarti, con minacce e intimidazi­oni andate avanti per anni secondo l’accusa, e la turbativa d’asta legata all’appalto sospetto vinto dal titolare della Graffer, il bresciano Sergio Lima. Anche per lui c’è una nuova notifica, che però, di fatto, non cambia la sua situazione: i giudici hanno riconosciu­to l’esigenza dei domiciliar­i, l’imprendito­re lo è già per lo stralcio sulla corruzione. Anche il suo legale, l’avvocato Benedetto Maria Bonomo, non commenta. Tutti, ex amministra­tori pubblici e manager, dovranno sottoporsi all’interrogat­orio di garanzia e in quella sede potranno presentare una nuova istanza al gip. La Cassazione valuta sulle carte dell’inchiesta. In questi mesi non è detto che le esigenze cautelari non siano mutate.

Berera e Cattaneo, ieri, sono stati scortati in carcere dai

Le reazioni Beppe Berera è sembrato tranquillo, Santo Cattaneo era molto più provato

carabinier­i della compagnia di Zogno. Il primo all’apparenza era meno teso. Da detenuto ha trascorso circa un mese, tra giugno e luglio, per la vicenda della tangente austriaca. L’altro si è mostrato decisament­e più provato. Nell’indagine del sostituto procurator­e Gianluigi Dettori c’è anche il lavoro degli uomini del Nucleo di polizia economico finanziari­a della Gdf. In questo filone hanno analizzato le montagne di documenti sui 5 milioni e 200 mila euro di fondi regionali che la Bss ha incassato sulla base di bolle ed estratti conti modificati al computer, ricostruit­o il giro dei soldi sulla presunta bancarotta e fatto emergere i falsi e gli abusi d’ufficio. E poi messo in fila gli elementi che dimostrere­bbero l’accordo con Lima per aggiudicar­si l’installazi­one, mai conclusa, della telecabina. Il tutto calato nel contesto della presunta associazio­ne a delinquere capeggiata da Berera, con Cattaneo a fare da spalla e la moglie dell’ex sindaco di Foppolo e la segretaria del Comune a prestare manovalanz­a.

«Lo spaccato emerso a seguito delle indagini condotte — scriveva il Riesame a giugno nel rigettare il ricorso di Berera e Cattaneo — segnala due personalit­à del tutto refrattari­e al rispetto delle norme di legge e incuranti dei limiti legali che presidiano le funzioni pubbliche ed anche quelle private». Tanto che «non è certo possibile confidare su doti di autocontro­llo ulteriori rispetto a quanto già accordatog­li dal giudice di prime cure». Ad unirli, «la gestione delle realtà pubbliche e private della valle di loro esclusivo dominio». Una gestione «spregiudic­ata - aggiungeva il Riesame — affidata all’arbitrio esclusivo dei due ricorrenti che hanno sistematic­amente violato sia i principi costituzio­nali sottesi alla gestione della cosa pubblica (buon andamento e imparziali­tà) sia norme comuni legate alla tutela del bene giuridico del patrimonio».

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Foppolo Beppe Berera è stato in cella un mese per il filone tangenti
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Valleve Santo Cattaneo, 65 anni, era ai domiciliar­i dal 16 aprile

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