Primo giorno dell’autista su quella tratta
Il contratto rinnovato e le verifiche sugli orari
Il 24 settembre era la prima volta che Aliou Gningue copriva il servizio a Gazzaniga. L’autista alla guida del pullman che ha travolto e ucciso Luigi Zanoletti, 14 anni, di solito viaggiava sulle tratte verso Trescore Balneario. La Sab lo aveva riassunto il 10 settembre dopo un primo contratto scaduto l’8 giugno scorso. I carabinieri, coordinati dal pm Giancarlo Mancusi, stanno eseguendo accertamenti a 360 gradi per capire cosa abbia provocato lo schianto. Se stanchezza, stress, mancanza di sicurezza.
Aliou Gningue ferma il pullman davanti alla sbarra abbassata. Scende. Risale a passo spedito dopo qualche istante. La sbarra si alza, lui l’attraversa e si schianta non più di 15 metri dopo. Se nei filmati è chiara la dinamica dell’incidente costato la vita a Luigi Zanoletti, morto a 14 anni mentre correva sul bus che avrebbe dovuto portarlo a casa dopo la scuola, restano un mistero le cause. Come sia potuto accadere che l’autista, 58 anni e un contratto appena rinnovato alla Sab, non si sia reso conto dei ragazzini e dell’altro pullman fermo lungo la sua traiettoria.
Il sostituto procuratore Giancarlo Mancusi, che coordina le indagini dei carabinieri, sta passando ai raggi «X» ogni aspetto legato alla vita professionale, ma anche privata, di Gningue, per capire, ad esempio, se fosse particolarmente sotto stress e quanto conoscesse la stazione di Gazzaniga. Di sicuro non aveva assunto alcol né droghe. Non bastassero i riscontri dati dagli esami medici, c’è la perquisizione effettuata nella sua abitazione: è risultata negativa. Sono accertamenti che andranno incrociati con altri più legati alla sicurezza, alla formazione e alla gestione del personale da parte dell’azienda dei trasporti. Quello del 24 settembre era il primo viaggio di Gningue sulla tratta Bergamo-Gazzaniga. L’autista era al secondo contratto con la Sab. Il primo di un anno gli era scaduto l’8 giugno. Con l’inizio dell’anno scolastico, il 10 settembre, era stato riassunto, prestando servizio prevalentemente tra la città e Trescore Balneario. Anche la mattina della tragedia era andato e tornato da Trescore. Verso mezzogiorno si era poi spostato in Val Seriana e alle 13.05 lo schianto. Può avere influito la scarsa conoscenza di quel punto in particolare? La sbarra del deposito degli autobus era guasta. Risulta agli atti. A volte scendeva in contemporanea al passaggio dei pullman. I conducenti fissi su quella tratta lo sapevano bene. Gningue, magari non aspettandoselo, può invece essere stato distratto da quel malfunzionamento?
Altro aspetto da chiarire: gli orari di lavoro. Venivano rispettate le pause previste dalla legge? Sulla carta, la sera precedente Gningue aveva staccato in tempo per poter ripartire riposato la mattina successiva, ma non è chiaro se nei calcoli dell’azienda si tenga conto anche del tragitto che doveva fare per raggiungere la sua casa a Nembro.
Assistito dall’avvocato d’ufficio Paolo Corallo, forse sarà lui stesso a spiegarlo. Il pm lo ha convocato come ha già fatto con il collega del secondo pullman, Paolo Bonacina, vent’anni di esperienza sempre in valle. Anche lui è indagato per omicidio stradale aggravato, ma la sua posizione sembra destinata all’archiviazione. Dal difensore nessun commento.