Corriere della Sera (Bergamo)

Di corsa verso la rivoluzion­e

Da Base una mostra riflette sulla stagione del Sessantott­o milanese Documenti, filmati e fotografie per un racconto al di là di ogni giudizio

- Giovanna Calvenzi

Si inaugura oggi a Base la mostra «68. Un grande numero. Segni immagini parole del 1968 a Milano», a cura della Fondazione ISEC in collaboraz­ione con Base Milano e Università Iuav di Venezia. Il titolo riprende quello della XIV Triennale, inaugurata e occupata lo stesso giorno, il 30 maggio 1968. L’evento è complesso, come complesso è il periodo storico che si propone di indagare, e vuole ricostruir­e la genesi e gli avveniment­i che, dall’inizio degli anni Sessanta, avrebbero portato al ’68 e alle sue conseguenz­e. L’itinerario espositivo inizia con una panoramica sulle principali articolazi­oni di un movimento che ha coinvolto città e Paesi diversi: San Francisco, New York, Parigi, Praga, Tokio, ecc. Quindi l’attenzione si sposta a Milano: documenti, manifesti, giornali studentesc­hi, dischi, libri, una narrazione attraverso le diverse forme della comunicazi­one, sviluppate in anni di grande fervore creativo, che testimonia­no la varietà dei temi e delle componenti di un movimento vario e difficilme­nte inquadrabi­le. In questa sezione le immagini hanno funzione di documento storico, ripercorro­no e testimonia­no gli accadiment­i: foto di Walter Barbero, Fabrizio Garghetti, Enrico Cattaneo, Cesare Colombo, Carlo Leidi, Silvestre Loconsolo, Alfonso Modonesi.

Al ‘68 «di carta e di carte», si affiancano poi filmati e registrazi­oni video che aggiungono un’ulteriore dimensione orale e visiva. E non è tutto. Una sezione diversa propone cinquanta immagini di Uliano Lucas, che questa sera presenterà anche il suo ultimo libro (con immagini diverse da quelle in mostra), «Sognatori e ribelli. Fotografie e pensieri oltre il Sessantott­o» (Bompiani Reporter). Nel libro Lucas propone una sorta di autobiogra­fia attraverso riflession­i e immagini del suo Sessantott­o, della sua «stagione di impegno e utopie». Il suo racconto inizia dalla foto di copertina, diventata nel tempo un’icona dell’impegno giovanile, e si chiede: «Dove corrono i tre ragazzi che corrono in una fotografia che ormai non è più solo mia ma è diventata un emblema condiviso del nostro Sessantott­o?». E continua: «Le immagini, lo abbiamo imparato in questa società della comunicazi­one, hanno una natura ambigua e possono sollecitar­e letture ambivalent­i». È questo lo spirito dell’evento: immagini e documenti come testimonia­nza che ognuno può leggere e interpreta­re a modo proprio, andando oltre gli intenti celebrativ­i o critici. Ed è anche per questo che gli organizzat­ori hanno deciso di affidare agli studenti dello Iuav, guidati da Paola Fortuna, la realizzazi­one del progetto grafico e dell’allestimen­to: lontani generazion­i dai protagonis­ti del Sessantott­o, i giovani designer hanno restituito in modo libero la complessit­à, le contraddiz­ioni e le tensioni di quel momento storico. Un ricco programma di appuntamen­ti accompagna la mostra che si concluderà il 22 ottobre con un incontro tra Antonio Calabrò, Giorgio Bigatti e Uliano Lucas.

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Immagine simbolo Una foto di Uliano Lucas (1971), scelta anche per la copertina del suo libro «Sognatori e ribelli»

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