Corriere della Sera (Bergamo)

Lo Squalo Giallo di Frank Zappa

Peter Rundel con i giovani dell’Accademia della Scala. «Una ventata d’aria fresca»

- Enrico Parola

Ai giovani dell’Accademia della Scala Peter Rundel ha raccontato, oltre a dirigere: perché lui c’era quando Frank Zappa creò e presentò al mondo «The Yellow Shark», che oggi l’ensemble Giorgio Bernasconi, gruppo nato in seno all’Accademia per affrontare il repertorio contempora­neo, porta al Piccolo Teatro (ore 19.30, domani ore 16, l.go Greppi 1, € 12), prima tappa di una tournée che toccherà anche Roma e Reggio Emilia. «Era il 1993, ero dell’Ensemble Modern e muovevo i primi passi sul podio», ricorda Rundel. «Quando il nostro ensemble propose a Zappa una collaboraz­ione, lui sapeva benissimo di essere malato e che non gli rimaneva molto tempo da vivere. Quando andammo a incontrarl­o nel suo piccolo studio, il Joe’s Garage a Los Angeles, davanti al progetto pianificat­o su un anno e mezzo, ci disse chiarament­e: “Ho il cancro, entro un anno potrei morire, quindi dovete assumervi il rischio …” Zappa era una persona meraviglio­sa per carattere e intelligen­za, per come sapeva leggere la società del suo tempo».

Iniziate le prove, un giorno chiese a Rundel se volesse dirigere: «Mi disse: “Ho bisogno di una persona su cui contare perché è possibile che a un certo punto non sia più in grado di dirigere”. Ovviamente ne fui onorato e accettai, ma volle testarmi: andai a Los Angeles e dovetti dirigere un brano improvvisa­to di venti minuti seguendo al volo le sue indicazion­i. Fu difficile, ma lo convinsi. E iniziammo a lavorare insieme. All’inizio non c’era nulla, neanche un brano: fu un work in progress meticoloso perché Frank era un perfezioni­sta». La musica di Zappa infatti è tutt’altro che facile: «Musica tipicament­e americana nel suo non avere limiti e confini a livello estetico, stilistico e spirituale; l’unica cosa da cui Zappa fuggiva era la stupidità. La sua musica era come lui, libera e aperta: ci trovi jazz, rock, musical, Hollywood, l’avant-garde, Varèse, Boulez. È musica che apre orizzonti, è aria fresca: credo che tanti abbiano iniziato ad apprezzare la musica contempora­nea ascoltando le sue note».

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Violinista e direttore Peter Rundel, 60 anni, incontrò Zappa nel 1993 con l’Ensemble Modern

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