Corriere della Sera (Bergamo)

L’Innominato tra fede e pentimento

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Il Festival dei laghi lombardi, alla seconda edizione, non poteva prescinder­e da Alessandro Manzoni che, per i suoi «Promessi sposi», si è lasciato ispirare dal Lario e dal suo paesaggio. «La notte dell’Innominato», con protagonis­ta il carattere tra i più complessi del romanzo, sarà portata in scena da Franco Branciarol­i, mercoledì, al cineteatro Junior di Sarnico (alle 21, ingresso 10 euro).

L’artista milanese leggerà una trentina di pagine del capolavoro manzoniano, dando voce al travaglio interiore del personaggi­o, enigmatico fin dall’identità misteriosa. L’eroe negativo e malvagio aveva fatto rapire Lucia, su richiesta di don Rodrigo, quale ultimo atto di cattiveria. L’incontro con la ragazza e poi con il cardinal Federigo si rivelerann­o decisivi. «Lucia fa frantumare in lui ogni certezza, capisce di aver sempre condotto un’esistenza scellerata, priva di senso, tanto che decide di trasformar­si grazie alla fede e al pentimento», afferma Branciarol­i. La lettura è suggestiva e intensa proprio per la potenza lirica del testo letterario. «Manzoni è molto più di un grande scrittore, è un artista, riesce a strapparti il cuore, a suscitare moti dell’animo con stravolgim­enti, passando dal nero al bianco, ti fa commuovere anche se non sei credente», ammette. Per l’interprete gli esordi a teatro, in realtà, sono stati dettati da un’esigenza, essere esentato dal servizio militare. Al Piccolo di Milano selezionav­ano attori e lui si presentò. L’anno di debutto è il 1970, poi ha lavorato con Luca Ronconi, Carmelo Bene e Giovanni Testori. Regista teatrale, a sua volta è stato diretto al cinema da Michelange­lo Antonioni, Miklos Jancso e Cristina Comencini, mentre Brass l’ha considerat­o un portafortu­na.

Dopo il successo del film «La chiave», l’ha voluto per altre quattro pellicole. Ma è a teatro che il suo curriculum è sterminato: oggi è Jean Valjean nella messa in scena de «I Miserabili» di Victor Hugo, dal lungo tour che, però, non toccherà Bergamo. «Sono rarissimi gli attori che scelgono di calcare il palco per amore di Shakespear­e, un tempo era una strategia per quanti avevano un bell’aspetto e volevano arrivare a fare cinema, oggi tv, diventando ricchi e famosi — dice Branciarol­i —. Chi non riesce a sfondare, torna al teatro e si appassiona alla sua arte, altrimenti abbandona. La verità è che siamo solo una banda di disgraziat­i».

Mercoledì Branciarol­i porta in scena «La notte dell’Innominato» al cineteatro Junior

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Milanese Franco Branciarol­i ha lavorato, tra gli altri, con Antognoni

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